Dal web Attilio Ossola
Sapevate (Armanda in particolare) che Vitaliano Borromeo dovette abbandonare il cognome del padre (Vitaliani) ed assumere quello della madre (Borromeo in linea collaterale in quanto la casata senza eredi diretti si stava estinguendo); sposando poi una Ambrosina FAGNANI diede inizio alla dinastia conosciuta più tardi come quella dei Visconti Sforza Borromeo (Conti di Arona, Angera, Governatori del Lago Maggiore e anche feudatari di Gavirate)? Una svista a mio giudizio (diffusa da alcune associazioni od enti) è quella di aver attribuito al conte Vitaliano il merito di aver interceduto presso Carlo V, Re di Spagna ed Imperatore del Sacro Romano Impero, perchè venisse istituito nel 1539 il mercato a Gavirate. Quando Vitaliano morì nel 1449,Carlo V d’Asburgo (1500-1558), futuro Re di Spagna, ancora non era nato. Con Lui, dopo dure guerre con i Francesi, nel 1535 occupato il Ducato di Milano, iniziò la funesta e calamitosa amministrazione spagnola. Allora a chi il grande merito di questa intercessione? Il merito va riconosciuto a Giberto II (1511-1558) padre di San Carlo (1538-1584), che con diplomazia ed astuzia (preoccupato sopratutto di non perdere le innumerevoli proprietà della famiglia) seppe conquistarsi la fiducia di Carlo V. Queste le storiche motivazioni che 475 anni fa, diedero vita ad uno dei più vecchi mercati d’Italia: “Istituire il mercato o fiera in cadauno giorno di venerdì, per animali,merci e tutto ciò che essi portano, per meriti di fedeltà per le calamità degli abitanti, che in questi tempi di guerra ebbe a soffrire per saccheggio e distruzione dei campi, demolizione di piante ed altri guasti che la guerra porta seco”. Ad eccezione degli anni delle pestilenze ( le più conosciute quelle del 1576 e 1630) ininterrottamente tutti i venerdi si ripete questo rito. Merci e mercanti nel tempo hanno cambiato aspetto, genere, costumi e modo di proporsi, ma il fascino è e rimane quello di sempre. Il mercato non è solo scambio di merci ma è anche occasione di incontro. Luogo simbolo di questo aspetto è la piazza antistante alla ex Maternità dove gruppetti di persone se la raccontano tranquillamente. Non è certo il peso delle borse ricolme di acquisti appena fatti il deterrente per anticipare il rientro a casa, gan minga presa de turnà a cà quand se incuntren trà amis.
Peccato che il prestigioso anniversario stia passando in sordina e che Il brusio di milioni di persone, che in 475 anni hanno fatto passare sul selciato la storia di una comunità, non venga raccolto e celebrato. Legittimamente in paese si festeggiano zucche, zucchine e meloni rock!!! ma del mercà, parte notevole della nostra storia, sa diss nient. Ricordo di esserci stato con mia madre e con i miei nonni, come i miei nonni ricordavano di esserci stati con i loro e così via da generazioni, puntuali al venerdì, a comprare o a vendere.
A fa nagott, na roba l’e’ certa, venerdì cà vegn, a matina bunora, il mercato apre le sue porte e ci aspetta tutti…come sempre. Ad Multos Annos, arzillo pluricentenario. Attilio Ossola