Sono ritornato a fare il Cammino di Santiago in bici a due anni dalla prima esperienza. Allora avevo fatto il Francese, quello canonico e più frequentato, nell’agosto dell’11 con i miei figli Rubens e Tiziano, ora quello della Costa, in giugno del ’13, ancora con Tiziano e Silvano Pasetto, mio cognato.
Difficile spiegare a chi non l’ha mai fatto perché si ripete il Cammino, antico pellegrinaggio ritornato in auge in questi ultimi decenni; arduo far capire l’arcano potere del suo mistero e l’emozione che ti pervade strada facendo. Si tratta di un’esperienza particolare e sorprendente che non è esclusiva dei devoti e anche chi è tiepido o non crede, alla fine riscopre la parte di spirituale che c’è nel suo profondo. Noi l’abbiamo fatto come sfida con noi stessi ma soprattutto per la voglia di vivere un’esperienza particolare su un lungo tratto di mille km, pedalando su e giù per le montagne della Costa atlantica, il ‘Cantabrico’, come chiamano là l’oceano, superando salite ardue, passaggi difficili, adattandoci a dormire in ogni tipo di rifugio.
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