La via san Rocco presenta l’acciottolato originale e introduce in un luogo in cui le pietre ben squadrate testimoniano la presenza della vita già nel XVII secolo: la casa-laboratorio del falegname-astronomo Antonio Paganoni conserva superbi squarci di una struttura rurale molto amata. Quest’angolo di Comerio, così particolare e volto al passato, ha invece un cuore che del futuro ha fatto la sua cifra interpretativa: al suo interno, infatti, nell’inverno del 2011 è stata ricostruita l’Apollo 16 a grandezza naturale. Successivamente ha preso forma la struttura portante della capsula sovietica Vostok, dove viaggiò in orbita il primo uomo, il cosmonauta Juri Gagarin, seguita da alcuni modelli dei razzi Saturno V e Saturno 1B. Questi due ultimi missili in scala 1:10. Ora è in fase di costruzione l’Apollo 11 in previsione del 50° anniversario dello sbarco sulla Luna che verrà esposto ad Aosta nell’area megalitica “Saint Martin de Corléans” in occasione del 50° della sua scoperta archeologica. “Una bella sfida -spiega l’ingegnere Dario Kubler, figura determinante nella ricostruzione del modello- In un sito che per la sua colorazione ricorda la luna, è particolare questa combinazione tra un evento spaziale ed archeologico”. Questo “space center” di Comerio trae origine dall’incontro con il Gat (il gruppo astronomico tradatese) da cui è sfociato l’osservatorio astronomico di Tradate Foam 13 con il quale è stato ricostruita la capsula dell’Apollo 16. Dall’estate dell’anno scorso qui è iniziata una nuova avventura fatta di passione e di curiosità per andare sempre oltre nella conoscenza dello spazio: è nata infatti “Asimof”, (Associazione Italiana Modelli Fedeli), presieduta da Kubler. Associazione che si prefigge di contribuire alla diffusione della cultura scientifica astronomica ed astronautica per ispirare le nuove generazioni alla scoperta del Cosmo, mediante la progettazione e la costruzione di modelli, lo sviluppo e l’implementazione delle attività didattiche e divulgative. A ciò si aggiungono l’organizzazione di eventi, attività di cultura scientifica e la realizzazione unita alla gestione di esposizioni museali. Bisogna vivere da vicino l’attività che si svolge in questa fucina all’insegna della conoscenza, della precisione e dell’entusiasmo. Una fucina di lavoro appagante che mette in luce il giusto valore del tempo. Nel silenzio, nell’ordine e nell’efficienza sono usciti da questo luogo ricostruzioni che hanno dell’inimmaginabile, al punto che viene da pensare quanto la passione possa condurre l’uomo e risultati insperati. Tanti visitatori hanno avuto la possibilità di ammirare in più luoghi la capsula dell’Apollo 16 in cui la riproduzione così fedele metteva in mostra anche i graffi prodotti dall’usura durante il rientro sulla terra, grazie all’intervento di esperti che sono riusciti a ricreare i colori originali. Esperti che si mettono in gioco prché la loro passione si materializzi come Kubler che, da ingegnere, ha ricostruito la strumentazione del pannello di controllo, Antonio il falegname, imbianchini, fabbri, carpentieri, senza dimenticare l’apporto delle officine meccaniche di precisione. Un aspetto importante della loro attività è il rapporto con gli astronauti, quali lo statunitense Charlie Duke che ha ammirato la loro ricostruzione dell’Apollo 16 con il quale aveva raggiunto l’orbita lunare nel 1972, Paolo Nespoli, ultimo italiana a volare sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2017. Nei progetti di questi “irriducibili” c’è un evento a Milano dove poter invitare Valentina Tereshkova, la prima donna a volare nello spazio nel lontano 1963 sulla Vostok 6. I loro modelli sono molto richiesti ed esposti in eventi importanti. “Siamo in contatto anche con diverse Università -spiega Kubler- Stiamo crescendo coltivando rapporti sempre più fecondi con realtà scientifiche che apprezzano la nostra attività”.
Federica Lucchini