COME RICOSTRUIRE UN SISTEMA PUNTANDO SULL’EDUCAZIONE
di felice magnani
Ci sono molti modi per rinnovare un sistema che non funziona bene, che fa acqua un po’ da tutte le parti, dipende moltissimo da che cosa si vuol fare e che cosa si vuol ottenere, dipende dalla volontà e dalla formazione di chi è preposto al funzionamento di una democrazia che sia funzionante e coesa, che sappia quindi rispondere alle giustificate aspirazioni dei cittadini. Quando si parla di democrazia si entra nel cuore di un modello di società e di stato che gode della massima stima da parte di tutti, cittadini e istituzioni. La democrazia ha una sua precisa funzionalità giuridica e istituzionale che raccoglie tutte le volontà, delle quali si fa garante, cercando di essere sempre all’altezza della situazione, soprattutto quando la pars destruens si perde nella convinzione che essere liberi significhi fare tutto quello che si vuole in barba alle regole e alle leggi e soprattutto in barba a quel meraviglioso testo della Costituzione italiana che rappresenta il vademecum di ogni cittadino del nostro stato. Si può puntare sull’Educazione come valore centrale di un sistema che vuole tornare a essere veramente democratico e costituzionale proprio come lo volevano e lo vogliono i suoi garanti? E’ possibile innestare quella terribile politica, che sta creando le basi di un diffuso malessere sociale e istituzionale, con un modello che sia facilmente comprensibile e applicabile in ogni momento e situazione della nostra vita quotidiana? Ma che tipo di coesione può garantire l’Educazione? Non dobbiamo mai dimenticare che siamo tutti figli di una scuola e di un voto di condotta, siamo tutti figli di docenti che ci hanno sempre raccomandato di essere e di diventare cittadini perbene, capaci di rispettare le regole e le leggi, partecipando alla vita sociale e a quella culturale del paese, sorretti dalla volontà di fare del bene, iniziando dal luogo dove siamo nati. Riabilitare l’Educazione è fondamentale quando si perde per strada il rispetto del prossimo, quando le persone hanno paura di passeggiare nei parchi e nei boschi e soprattutto quando si perdono di vista quei doveri che ciascuno ha e con i quali deve fare i conti per tutti i giorni della propria vita. All’interno dell’Educazione ci sta tutto, ma bisogna ricordarsi che alla base di tutto ci deve sempre essere quell’umanissimo senso di responsabilità personale che ci permette di non cadere nel ridicolo, come succede spesso di questi tempi, nei quali diventa sempre più difficile adottare con impegno e determinazione quelle responsabilità pubbliche che ciascuno ha il dovere esercitare nell’interesse individuale e collettivo. Ricominciare dalle regole, quindi dalle leggi, tornare a rivisitare responsabilmente il proprio modo di essere nell’esercizio dei diritti e dei doveri individuali e collettivi, ripristinare un minimo di ordine nel proprio linguaggio, ricordandoci che la lingua italiana è la più bella lingua del mondo, vedere nell’altro un momento di dialogo e di confronto, quindi uno stimolo positivo per raccordarsi con una realtà sempre più complicata e difficile da realizzare, rimettere al centro i bisogni umani e le loro necessità, ripristinare quella voglia di aiuto e di collaborazione che ha sempre contraddistinto la nostra storia nei momenti più difficili, significa ricominciare a vedere e a sentire, a capire che il paese ha bisogno del nostro aiuto e che in fondo basta poco per unire sul serio le risorse per ricominciare a pensare in grande nell’interesse di tutti. Credo che il primo passo per una ripresa dovrebbe essere l’abolizione di quella burocrazia che invade la sfera della dignità personale, riducendo drammaticamente la possibilità di avere risposte immediate alla propria voglia di realizzazione personale. Ci sono troppe persone che non vivono una vita normale proprio perché la loro volontà è spesso limitata da una infinità di scartoffie che limitano di fatto la piena realizzazione della propria personalità. Nel paese ci sono migranti che vivono una vita infame, anche perché non ricevono proposte significative legate al mondo del lavoro. Lasciare che uomini e donne e minori vivano una vita senza senso, magari dedicandosi a varie forme di prevaricazione, è assolutamente sbagliato. L’educazione impone che la politica sappia interpretare e realizzare tutto ciò che è necessario per fare in modo che tutti i cittadini, di qualsiasi colore della pelle, abbiano la possibilità di potersi guadagnare la pagnotta con un lavoro normale, senza dover aspettare che la burocrazia distrugga quello che la nostra costituzione ha disposto con grande autorevolezza umana e giuridica. Forse la politica necessita di un bagno di purificazione, ritrovando quella naturalissima volontà di aiutare il prossimo, mettendolo nella condizione di dover contribuire alla crescita sociale e morale della società civile e dello stato. Puntare decisamente su una scuola che sappia trasmettere passione e coraggio, che sappia tradurre in operazioni concrete le belle parole e le belle frasi che animano la storia della nostra letteratura. Riproporre non significa cedere all’incanto ripetitivo, ma ritrovare strada facendo quella musicale bellezza che ha affascinato la nostra storia nei suoi momenti più complicati, per capire che la verità è già dentro di noi e che dobbiamo solo rimetterla al centro, spiegando alle persone che nella complessità c’è tutto il senso di una umanità che ci ha contraddistinto e che attende di incontrarci di nuovo, magari in una veste rinnovata. Un paese si distingue non solo per la sua genialità creativa, ma anche e soprattutto per la sua capacità di dimostrare al mondo quanto sia importante credere e lavorare perché quel mondo, soprattutto quello che vive ai margini, possa ritrovare la forza di diventare presenza viva e attiva, capace di essere al centro di una grande trasformazione morale e sociale.