Tre anni fa era una collina di rovi impenetrabile, gli arbusti arrivavano a lambire quasi il sagrato della chiesa dell’Assunzione della frazione Caldana, e ad un certo punto qualcuno cominciò a dire “cavolo, una volta qui c’era un vigneto, e ora non c’è nemmeno la visuale sulla parte bassa del paese”.
E così chiacchierando nacquero le prime idee, le prime proposte fatte a don Franco su un lavoro di pulizia per dare nuova vita alla balconata della chiesa di Caldana, servivano i volontari.
Cominciarono una decina di persone, poi qualcuno solo sporadicamente, altri invece essendo pensionati amanti dei lavori all’aria aperta, passano intere giornate in questo terreno, si è cominciato ad accendere decespugliatori e motoseghe per tagliare liane lunghe fino a quattro metri, nessuno più passava in quest’area se non qualche cinghiale.
Si ripristina l’antica recinzione e continuando a pulire spuntano liane diverse, non spinose, quelle di alcune vecchie viti e non sono state tagliate ma minuziosamente conservate per la memoria, nel giro di poco più di un anno due terrazze sono state riportate a prato verde con le viti storiche e qualche innesto.
I lavori proseguono soprattutto d’estate con l’erba e i rovi che crescono parecchio grazie al nostro clima umido e l’esposizione al sole, rischiano di soffocare le viti però intanto vengono sistemati e ripuliti gli sgabuzzini tra la chiesa e il campo sportivo come ricovero attrezzi, si pulisce un’altra area più in basso scoprendo altri terrazzamenti fino alla recinzione bassa, quella che costeggia la vecchia stradina che scendeva dal sagrato della chiesa e si immetteva nella scalinata.
Dall’alto lo spettacolo visivo è ammirevole, ma lo è altrettanto il panorama che spazia dal lago di Varese al Maggiore con il Mottarone con sopra le cime del Monte Rosa, il Massone che sovrasta il vicino San Clemente, le creste della Val Grande, il Pizzo Andolla e i 4000 svizzeri della Weissmiess e Lagginhorn, nelle giornate invernali anche il Monviso: perché non creare un angolo belvedere?
Ed ecco a disposizione di tutti un tavolo con panche per rilassarsi davanti a tanta bellezza.
Il secondo anno ha regalato un piccolo assaggio d’uva, il terzo ha visto fruttificare i primi due filari ripristinati e nella giornata di sabato 16 settembre un gruppetto di volonterosi si è messo all’opera per la prima vendemmia caldanese… se son rose…L’Italia è molto basata sul volontariato, onori ai volontari cocquiesi che in ogni settore si impegnano tantissimo. Davide Passeri