– “La memoria di mio figlio ha dato senso a questo mio regalo di Natale per voi. La perdita della sua vita ha permesso il riappropriarvi della vostra”. Le parole di Nadia Bortoluzzi, madre di Alessandro Zavarise, deceduto in un incidente nel 2010, hanno evidenziato la motivazione della sua famiglia di farsi donatrice, assieme ad altri benefattori (Associazione Pro Cocquio, Associazione Sportiva Piede d’Oro, Comunità chiesa luterana di Caldana, Moto club Ducati Varese), dell’impianto che dà vita alla stanza multisensoriale all’interno dell’istituto Sacra Famiglia. “Chi vive nel cuore di chi resta, non muore mai” è scritto sulla targa a ricordo del figlio, scoperta durante l’inaugurazione, avvenuta mercoledì 23 novembre alla presenza del direttore della sede, Angelo Chessa, di Giovanna Morelli, direttore medico del settore ambulatoriale e di ospiti e familiari. Per capire la bellezza di questo dono bisogna immaginare una stanza semibuia in cui ospiti con gravissime compromissioni riescono a generare nelle pareti intorno grandi macchie di colore, luci, suoni, grazie a piccoli gesti. Un movimento anche minimo può generare un effetto grafico amplificato. Quel sentirsi nuovamente creatori è la chiave di questa “stanza magica”: una chiave gioiosa che porta alla percezione del sé. Dapprima la stimolazione basale era svolta con materiali poveri, ora in tre programmi informatici differenti che utilizzano musica, colori, movimento. Parecchie sono gli operatori presenti: da Natan Sinigaglia che ha selezionato le tecnologie, posizionando le casse in quadrifonia per unire il suono alle forme geometriche, alle educatrici Damiana Stanzione e Francesca Bosè, alle psicomotriciste Maria Teresa Cavallin e Valeria Silvestri, alla fisioterapista Patrizia Partegiani, supervisionate dalle neuropsichiatrie infantili Giovanna Morelli e Claudia Caruso.
Federica Lucchini
Articolo Varesenews
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