Care concittadine e cari concittadini,
Sono orgoglioso di poter celebrare il 72° anniversario della Festa della liberazione e della Resistenza.
Il mio pensiero è rivolto ai caduti per la Resistenza e la Liberazione del nostro paese e delle nostre città, dei nostri territori, della nostra Patria.
A loro, a quei giovani che hanno sacrificato la vita per la libertà e per garantire un diritto al futuro di noi tutti, a quelle donne valorose e a quegli uomini coraggiosi, Cocquio Trevisago dedica un commosso sentimento di gratitudine.
La memoria è la più importante linea di congiunzione tra le generazioni;
è insieme ricordo e attualità, sentimento e azione.
La memoria di quei tragici momenti deve continuare ad essere fonte inesauribile per i nostri valori di democrazia, libertà e giustizia.
Le generazioni che non hanno conosciuto la guerra si chiedono che significato abbia, oggi, celebrare avvenimenti tanto lontani dalle problematiche concrete che dobbiamo affrontare, in un periodo storico Nazionale difficile dal punto di vista economico e sociale, dove ciò che è stato conquistato a duro prezzo sembra svanito e più che di celebrazioni si sente il bisogno di sicurezza.
Sicurezza nel lavoro, come cita la nostra Costituzione :
“l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Sicurezza sociale per i più deboli, per gli indifesi e gli inabili.
Come si conciliano principi della costituzione con la disoccupazione dilagante, con la precarietà del lavoro giovanile, come si tutelano oggi le categorie sociali più fragili come gli anziani e i disabili in un debole sistema welfare nazionale?
La Costituzione Italiana, nata dopo la Liberazione e la Resistenza, per la quale molti hanno combattuto e dato la vita, sembra essere diventata un obiettivo irrealizzabile; il Paese progredisce con difficoltà, stretto nella morsa di una pesante crisi economica e di valori sociali.
Per questi motivi , a partire dalle nostre comunità, dobbiamo riappropriarci del senso autentico della Festa della Liberazione. L’Italia è un paese che si affaccia al nuovo millennio con un’unica certezza: i valori della propria Costituzione repubblicana.
Quegli ideali ci devono guidare nell’affrontare i problemi della modernità, che impongono riflessioni profonde, risposte complesse di nuova giustizia sociale e responsabilità rinnovate della politica.
La memoria degli eventi di settantadue anni fa è un libro fatto di molte pagine, di tante storie personali, storie di giovani, di donne e bambini che diedero una risposta nobile pagando con la propria vita i valori profondi della nostra civiltà. Essi volevano un’Italia libera e unita.
Questo è il significato della giornata della memoria che noi celebriamo oggi: ricordiamo i valori ispiratori di quella libertà che abbiamo il privilegio di vivere e il dovere di custodire.
Rivolte a quei giovani, le parole di Giuseppe Ungaretti riempiono sempre il cuore e la mente:
“Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce”.
La nostra speranza è che le giovani generazioni possano avvertire lo stesso entusiasmo e la stessa fiducia nell’affrontare la vita , che i giovani di allora avvertirono perche’ il 25 Aprile è la celebrazione della vita della nostra Repubblica ed e’ la festa dei giovani d’oggi.
Danilo Centrella
Sindaco di Cocquio Trevisago