Cocquio Trevisago e Venezia uniti nella memoria di colui che dà il nome ai loro circoli scacchistici: Esteban Canal (1896 – 1981), figura di grande rilievo nel mondo dello scacchismo: affrontò i massimi campioni della sua epoca in venti-trenta partite contemporaneamente. Ieri (14 febbraio) ricorreva il 40° della sua scomparsa. Entrambe le società -quella di Cocquio dove lui ha risieduto, quella di Venezia dove aveva giocato di più- hanno deciso di celebrare il momento con un incontro a squadre 10 contro 10 che è stato visibile su Lichess. org. Significativo è stato il suo ricordo in diretta sul canale Youtube, da parte di Antonio Rosino che l’ha conosciuto personalmente. “Il gioco degli scacchi -scrisse Canal in una dedica ad un suo libro “Strategia degli avamposti”, del 1949- è un piccolo, ma nitido specchio di bellezza e di armonia universale”. Personaggio affascinante, poliedrico e dalla mente eccezionale, fu amico di Hemingway, di Thomas Mann e di Einstein (“Pare fosse l’unico a saperlo far ridere”, ha ricordato Rosino). Era nato in Perù a Chiclayo e, cittadino del mondo, aveva svolto i più svariati mestieri, da mozzo su un veliero, a medico, a giornalista, insegnante. Poliglotta e uomo di grande cultura, era giunto a Cocquio dopo la seconda guerra mondiale ed era andato ad abitare con la moglie Anna Klupàcs, ungherese, in quello che veniva chiamato “il palazzo reale” in via Conti Coco. Poi a casa Cassani, fino alla morte. “Io appresi il gioco degli scacchi da giovane studente, nell’anno di grazia 1914 e i miei progressi furono tanto rapidi che già nel 1916 vinsi il campionato del circolo “Augustea” di Lipsia, uno dei circoli più forti della Germania -scrisse- Incominciai uno studio serio e profondo per eliminare le lacune strategiche. Se quaggiù la felicità esiste, la conobbi allora! Infinite furono le battaglie di epoche lontane e vicine che ripresero realtà e vita nelle sessantaquattro caselle del mio tavolino. Apparivano, scomparivano, riapparivano sotto i miei occhi, che vagliavano, scrutavano, confrontavano. Confrontavano gli stili, le scuole, le mode”. “Canal sapeva presentare un modo di vedere gli scacchi scevro da ferruginose teorie, varianti complicate -affermava Francesco Mondini, fondatore del circolo di Cocquio nel 1976- Il suo era un modo limpido e chiaro, comprensibile a chiunque. Non era un appassionato, ma amava gli scacchi di un amore dei più belli e dei più nobili”. Notevole continua ad essere l’operato della società scacchistica con i suoi 50 soci, presieduti da Gabriele Giovannini (vicepresidente Alessandro Bossi).
Federica Lucchini
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Varesenews
Il 14 febbraio del 1981 moriva il grande giocatore di scacchi. Il ricordo di Leonardo Tomassoni con la premessa di Mauro della Porta Raffo