“Non fate diventare il lago di Varese una piscina!”. L’on. Giancarlo Giorgetti, venerdì nella sala conferenze del chiostro al termine della tavola rotonda “Lago di Varese – bene paesaggistico”, dopo avere ascoltato i tanti relatori, di fronte ad una platea gremita nonostante il maltempo, ha faticato, per sua ammissione, a parlare nel ruolo di Sottosegretario del Consiglio dei Ministri, dovendosi “calare nel Dna che mi permea”, ma ha scandito le linee guida per il futuro del bacino, che, nelle finalità del recentissimo accordo quadro regionale, porta alla balneabilità: “Il lago non è una cartolina. Non vi si può approcciare senza averlo vissuto. E’ via corretta evitare l’inquinamento esterno: se noi evitiamo di fare del male al lago, la natura farà il suo corso. Condivido il coinvolgimento di tanti attori del territorio, ma per evitare una frammentazione delle competenze e un rimpallo delle responsabilità ci vuole una persona fisica che si intesta questa operazione. Un mister lago con poteri commissariali”. E rivolto a Cattaneo, assessore regionale all’Ambiente, che aveva appena illustrato l’accordo regionale: “Potresti, ad esempio, farlo tu, Raffaele!”. “Il lago risanato non deve essere accessibile a tutti per essere un bene economico -ha ripreso- Ha un ecosistema fragile. Se l’inquinamento ha fatto qualcosa di positivo è tenere lontano l’edificazione. Necessita di un turismo giornaliero legato a certe dimensioni. A me sta bene che sia un bene paesaggistico ed economico. Ma appunto perché è un bene ,è indispensabile che gli vogliamo bene!”.
La serata, che ha visto il coinvolgimento di un pubblico attento, fra cui il Prefetto Enrico Ricci, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Varese, capitano Marco Currao, molti primi cittadini, è stata aperta da Armando De Falco, presidente “Aime” che, assieme al movimento ecologista europeo “Fare Ambiente”, ha organizzato l’incontro: un minuto di silenzio in ricordo dell’on. Giuseppe Zamberletti, “che ha incarnato lo spirito di laboriosità del nostro territorio”, seguito da un applauso ha dato il via ai lavori in nome di un senso di appartenenza ad un territorio nell’ottica di un’impresa sostenibile. Dopo il saluto di Rosario Musolino, commissario regionale guardie zoofile, il segretario generale “Aime”, Gianni Lucchina, ha posto l’accento sulla partecipazione e condivisione delle realtà associative, delle imprese per poter rendere viva e attrattiva una criticità ambientale, quale è il lago di Varese, che divenga un’opportunità. Fondamentale la presenza di un ente catalizzatore. “Non è una bandiera da sventolare, l’accordo quadro che si prefigge la balneabilità -ha evidenziato l’assessore Cattaneo, dopo averlo presentato nel dettaglio- ma alla base c’è un lavoro del Consiglio Regionale, che ha visto attore molto attento il presidente della Regione, Attilio Fontana”. “Questo accordo -è intervenuto Emanuele Monti, presidente Commissione Sanità Politiche Sociali- pone al centro la comunità con un ragionamento a 360°, diretta da una cabina di regia allargata che marcherà nella nostra storia una pagina nuova”. Il moderatore, Matteo Fontana, giornalista “Varesenoi”, ha invitato ad intervenire Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio di Varese, che ha evidenziato come l’ente sia pronto a divenire cabina di regia delle imprese, sostenendo sport, economia e cultura e lavorando in modo etico. L’aspetto sociologico nell’ottica della percezione del paesaggio da parte di coloro che vi risiedono e nell’ottica della sostenibilità, secondo i principi di “fare Ambiente” è stato rimarcato dal prof. Giovanni Cordini, docente dell’Università di Pavia. Per sottolineare l’incremento del turismo intelligente sul lago è intervenuto Michele Sartoris, presidente di Morandi Group, mentre Paola Della Chiesa, esperta in politiche del turismo, con Gianfranco Zanetti, presidente Cooperativa Pescatori Lago di Varese, ha sottolineato: “Come persone di lago, saremo osservatori speciali per un turismo ricercato. Il lago di Varese è un gioiellino e come tale va rispettato”.
Federica Lucchini
Gianfranco Zanetti, presidente della Cooperativa Pescatori del lago di Varese
“Quello del pescatore è un gran bel mestiere”. Gianfranco Zanetti, presidente della Cooperativa Pescatori del lago di Varese, lo afferma con quel gusto da cui traspare la passione di una vita, che deriva dal nonno e dal padre. “Mi piacerebbe trasmetterla al mio nipotino di sette anni, con quel fascino dell’imprevisto che dà il gettare le reti e non sapere cosa trovare. Ma ci vogliono le condizioni -aggiunge- Attualmente il lago è un’utopia. E’ scritto sulla carta che è tale, ma tra specie infestanti e inquinamento è difficile pensarlo in quelle vesti. Ho vissuto il tempo in cui si potevano bere le sue acque. Non pretendo tanto, ma che torni balneabile, quello lo desidererei proprio. Speriamo che non siano solo parole gli attuali programmi. Certo, ci vogliono studi, ci vogliono anni. L’importante è che le autorità prendano a cuore le sue sorti. Quando il lago era lago, si sapeva dove gettare le reti. I pescatori conoscevano il lago come le loro tasche e c’era la possibilità di catturare le specie che si desiderava perché si conosceva dove vivevano. Oggi, invece, ci sono solo carassi, siluri e gardon, poco pregiate, e i persici sono rari. Negli anni Sessanta fino al 1972 se ne pescavano dai 300 ai 400 q. ora, se si riesce a pescarne un quintale, è già un successo. La verità -continua- è che sul lago, ufficialmente ci sono quattro pescatori professionisti, ma in realtà ce ne sono circa 1500: sono i cormorani e gli svassi che pescano quello che vogliono e quando vogliono. Senza quello che ammazzano. Non hanno regole. Pescano perché devono mangiare e mangiano non solo le specie infestanti, anche i boccaloni (i persici trota). Purtroppo -continua- di questa specie non si possono fare semine: sono ritenuti alloctoni, cioé non originari del lago di Varese. Provengono, infatti, dall’America, e sono stati trasferiti dal lago di Comabbio circa 150 anni fa dalla famiglia industriale dei Borghi. Quindi -sorride- non hanno diritto di cittadinanza!”. Da una vita, quotidianamente è sul lago. Con il suo barchetto si muove ad osservare ogni anomalia. Per rispetto di quel luogo che è nella sua anima.
Federica Lucchini