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Caldana-“Chiediamo un tavolo di trattative con Poste Italiane” di Federica Lucchini

 29 Giugno 2015 |  Pippo | |

“Chiediamo un tavolo di trattative con Poste Italiane. Non vogliamo abbandonare i nostri anziani”. Il tono di voce del sindaco Mario Ballarin e del suo vice Vittorio Griffini è pacato, ma fermo. La notizia che dal primo settembre verrà chiuso l’ufficio postale di Caldana, aperto due giorni la settimana, il lunedì e il mercoledì, ha messo in allarme la frazione e i due amministratori si fanno interpreti delle esigenze della popolazione. “Di punto in bianco abbiamo saputo della chiusura, senza essere stati interpellati – continuano – La nostra è una protesta che intendiamo portare avanti coinvolgendo gli altri Comuni le cui frazioni hanno subito la stessa sorte”. Non sono stati rispettati i criteri secondo i quali non dovevano essere penalizzati gli uffici delle frazioni prive di servizi di collegamento e con una popolazione in cui la fascia anziana è rilevante. “I disagi per la terza età sono considerevoli, ad esempio per l’accredito della pensione, per il pagamento delle bollette. L’ufficio postale di Sant’Andrea non è vicino, per loro è impossibile raggiungerlo a piedi. Da aggiungere poi che, se raggiunto in auto, costringe poi ad un attraversamento pedonale pericoloso sulla strada provinciale. Non possiamo dimenticare che la sede di Caldana, oltre che un servizio, ha una funzione socializzante. Per questo siamo decisi a continuare la nostra lotta – ribadiscono Ballarin e Griffini – Si possono trovare delle soluzioni, ampliando il raggio d’azione. E’ necessario, quindi, sedersi ad un tavolo con Poste Italiane”. La sede di Caldana potrebbe essere a costo zero per quanto attiene l’affitto, essendo dislocata all’interno dell’edificio della Società Operaia di Mutuo Soccorso, e per quanto riguarda le utenze, che si accollerebbe il comune. Si tratta, quindi, di avere a disposizione l’operatore, “che potrebbe bastare per un giorno”, suggeriscono i due amministratori e che potrebbe, ad esempio, coprire gli altri giorni della settimana in un ufficio di un comune limitrofo. In questo modo per Poste Italiane non ci sarebbero spese. La proposta, dunque, c’è, come c’è la finalità, da parte dell’amministrazione di Cocquio, di non fermarsi qui e di coinvolgere altre amministrazioni, seduta di fronte ad un rappresentante delle Poste.

Federica Lucchini

 

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