CHI SONO I DISSIDENTI? INTELLETTUALI CHE METTONO LA LORO VITA AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE PER MIGLIORARNE LA CONDIZIONE SOCIALE, POLITICA, CULTURALE, MATERIALE E RELIGIOSA, SONO CITTADINI CHE HANNO IL CORAGGIO DI DIRE QUELLO CHE PENSANO PER DIFENDERE LA LIBERTA’, PER RENDERE LA VITA DELLA COMUNITA’PIU’ DEGNA DI ESSERE VISSUTA.
di felice magnani
I dissidenti hanno sempre pagato un prezzo molto elevato per aver preso posizione contro varie forme di totalitarismo, per aver creduto nella forza costitutiva di una libertà che non dovesse dipendere da imposizioni o manipolazioni, ma che potesse diventare strumento illuminante, capace di educare le persone a vivere un’identità più vera, più giusta, più libera, più capace di realizzare il sogno di una democrazia compiuta, capace di dare voce a tutti indistintamente, di consentire a ciascuno di esprimere liberamente il proprio pensiero, il proprio diritto a una visione critica della vita e della storia in generale. Per queste ragioni i dissidenti sono sempre stati perseguitati, internati, imprigionati, fatti sparire, hanno subito l’oppressione di regimi totalitari votati alla cancellazione delle più elementari regole democratiche. Hanno operato mettendo a disposizione del popolo la loro cultura, la loro capacità di dare voce alle aspirazioni della gente comune, alla speranza di poter vedere chiaro in una storia quotidiana spesso fortemente condizionata dalla paura di ritorsioni e di intimidazioni. Quando il fenomeno della dissidenza si manifesta? Quando l’intellettuale di turno si allontana dagli schemi di un regime, per mettere in guardia il popolo contro le intemperanze della storia? Quando la società ha bisogno di una voce che la illumini, che le permetta di esprimere ciò in cui crede, il senso di una fede politica o religiosa. Il dissidente cerca sempre di aprire il cuore e lo sguardo del popolo, soprattutto nei momenti in cui lo sguardo e il cuore sono ottenebrati da un’intransigente propaganda che costringe a subire passivamente il potere, senza poter quindi contare sulla possibilità di vivere nel presente la propria libera identità. L’uomo di cultura ha sempre spaventato i regimi totalitari, costruiti sulla paura e sull’intimidazione, regimi che prosperavano e che continuano a prosperare mantenendo il popolo nella mediocrità, in un silenzio imposto, impedendo alle persone di essere persone, di poter godere di quelle libertà fondamentali senza le quali diventa molto difficile o addirittura impossibile vivere, parlare, agire, esprimersi, aspirare a essere realtà aperte a un’evoluzione culturale, economica e sociale più giusta, che sappia tenere conto della libera volontà di tutti. E’ nel clima di un totalitarismo esasperato che si sono formati piccoli o grandi dittatori, capaci sempre, in ogni momento, di rivendicare vecchie e nuove forme di imperialismo, mettendo davanti al bene comune quello personale, privo di ogni forma di umanità, costringendo spesso le popolazioni a intraprendere guerre irresponsabili. L’immagine di Alexei Navalny, il dissidente avvelenato, salvato dai medici tedeschi in Germania, tornato a casa in Russia e rimesso subitamente in carcere, per poi essere confinato in una durissima prigione siberiana, dove ha trovato la morte, rimanda indietro la storia di parecchi anni, rimette in campo l’immagine di regimi pronti a tutto pur di proteggersi le spalle dall’avvento di una qualsiasi forma di democrazia. I dittatori non vogliono la democrazia, la temono, temono la libertà, la voglia di chiarezza di quegl’intellettuali che diventano fari di luce e che proprio per questo vengono internati nei lager, avvelenati o mandati in luoghi sperduti dove la “morte si sconta vivendo”. La forza del dissidente, anche se è costretta a pagare prezzi molto elevati, costituisce comunque un’arma efficientissima e potentissima, con la quale anche il dittatore più efferato è costretto a fare i conti. La lotta per la libertà è una bandiera dietro la quale e con la quale marciano insieme le democrazie di tutto il mondo, sistemi che credono nella forza libertaria di costituzioni che prevedono il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e delle nazioni. La storia recente costringe le coscienze a prendere atto di quanto la libertà personale sia ancora soggetta alla volontà predatoria e persecutoria di realtà dalle quali emergono varie forme di un totalitarismo che cerca di far tacere con la forza e con ogni tipo di violenza la perseveranza di intellettuali dissidenti che lottano perché le libertà individuali continuino a essere il vero perno attorno al quale si cementa la vocazione democratica dei popoli e delle nazioni.