La riconoscenza è sintetizzata nelle parole dell’attrice e scrittrice Betty Colombo, già sua alunna.
«Ci ha lasciato un’eredità magnifica di parole. Era un contadino delle parole che le coltivava seguendo le stagioni. Ora ci ha passato il testimone delle profondità della sua cultura. Tocca a noi proseguire sulla sua strada».
Betty Colombo
Virgola. Può sembrare strano iniziare così la cronaca delle esequie di Luigi Stadera, 90 anni, il cantore del lago, celebrate ieri nella chiesa parrocchiale da don Emilio Casartelli. Ma questa parola è stata pronunciata da tutti i tre relatori che hanno voluto ricordarlo, al termine della cerimonia. Sì, perché questo era il nome del “periodico quasi comico di Cazzago”, che lui aveva fondato e diretto nella seconda metà degli anno Sessanta e “che -ha spiegato l’attrice e scrittrice Betty Colombo, sua alunna alle scuola primaria- rimane un esperimento unico e irripetibile”. Nella chiesa era presente, oltre il gonfalone comunale, il “gotha” del lago: i pescatori, i cazzaghesi, quelli che, come Stadera, hanno il lago nel Dna, accumonati da un vissuto che ha il profumo del pesce e della fatica. Nella navata di destra gli alunni della scuola primaria, a testimoniare la gratitudine per il suo passato di insegnante e di direttore didattico. C’è voluta l’ironia, ammantata di dolore profondo, dell’on. Giancarlo Giorgetti, per strappare un sorriso: dopo averlo ringraziato “per aver amato il lago, i pesci, i pescatori, per avere amato Cazzago e averli raccontati in lingua originale, lasciandoci uno scrigno di saggezza”, ha concluso: “Il libro della tua storia, non si chiude con un punto, ma con una Virgola”. Parole intense quelle di Betty, incaricata dell’elogio funebre: “E’ stato tessitore appassionato ed esperto delle trame invisibili che legano gesti, mestieri, tradizioni, usanze, aneddoti e credenze della cultura del lago. Più di vent’anni di lavoro per lasciarci in eredità un tesoro di parole che ci dice da dove veniamo e come siamo, sperando di aiutarci a capire dove andiamo. I suoi testi, man mano negli anni si sono fatti più scarni, essenziali: poche parole, quelle davvero necessarie e perfette, sempre ammantate di ironia. E’ stato “maestro” in senso pieno -ha continuato- Ha profuso impegno in ambito scolastico prima come docente e in seguito come dirigente appassionato nel dar vita ad una scuola a tempo pieno che ancora si ricorda con rispetto. Credo -ha concluso- di poter dire che anche noi presenti qui oggi siamo, in qualche misura, i suoi cari e mi permetto di ringraziarlo pubblicamente per averci messo “ur fen in cassìna”. Virgola!”. Massimo Nicora, capogruppo in consiglio comunale, ha letto le parole del sindaco Emilio Magni, assente perché in America: “E’ stato il mio “Maestro”, colui che mi ha insegnato a leggere e scrivere e ha continuato con la sua arguzia e saggezza a seguirmi in tutta la mia vita”. Nicora, ex primo citttadino, dopo aver evidenziato il significato etimologico di tradizione, che è consegnare, ha manifestato la volontà di non disperdere l’immenso patrimonio legato alla tradizione, che ha cristallizzato nei libri lo Stadera. E per concludere un ricordo personale, legato alla ristampa di “Virgola”, effettuata durante la sua amministrazione: “Ho ancora presente i suoi occhi che brillavano quando gli ho consegnato la prima copia!”.
Federica Lucchini
Prealpina
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