“La festa di sant’Eusebio si farà. Certo con una veste diversa”. Al termine dell’ultima seduta del consiglio comunale, le parole del sindaco Mirko Reto hanno convogliato l’attenzione verso un momento grandemente atteso che quest’anno non avrà certo le caratteristiche consuete del bagno di folla per i noti motivi di sicurezza. “Ci sarà una continuità per quanto riguarda il senso liturgico -ha proseguito- Stiamo lavorando assieme alla parrocchia per proporre modalità che facciano vivere il senso del sacro”. La ferma volontà di mantenere la tradizione millenaria, che ha luogo il primo agosto, preceduta da altri momenti significativi, attorno alla chiesetta, luogo di grande culto, che si erge in mezzo a una distesa verde, è espressa anche dal parroco don Emilio Rimoldi, responsabile della Comunità pastorale dedicata a sant’Eusebio, (formata dalle parrocchie di Casciago, Barasso, Luvinate, Morosolo), che organizza l’evento in collaborazione con l’amministrazione comunale. Quest’ultima finanzia lo spettacolo pirotecnico che la sera attira migliaia di visitatori nel grande prato circostante. “Innanzitutto dobbiamo vedere l’evolversi dell’epidemia” aggiunge il primo cittadino. “Stiamo lavorando in collaborazione e una risposta definitiva potrà essere data alla fine della settimana prossima”, afferma il sacerdote. Non dice altro ed è comprensibile. Ma il punto fermo è che il covid non riuscirà ad annullare questa festa nel suo senso liturgico, continuando a tramandare una fede antica che richiama solo per questo aspetto molti fedeli anche dai dintorni, già dalla messa delle 6 al mattino. Una serie di domande sgorgano spontanee: il 31 luglio ci sarà il pellegrinaggio a Vercelli sulla tomba del santo, considerato ausiliatore e pregato durante i momenti di febbre? Pellegrinaggio che si svolge nell’andata in auto e nel ritorno correndo perché i tedofori possono portare la fiaccola all’inizio della messa delle ore 21. Fiaccola che brucerà il pallone di ovatta predisposto sul sagrato per essere bruciato, come simbolo del martirio del santo. Presumibilmente si allungherà il numero delle messe (normalmente cinque alla mattina per terminare con quella solenne delle ore 10,30). Messe che hanno la caratteristica di non vedere un posto vuoto: appena termina una celebrazione, i fedeli successivi sono pronti ad occuparli. Un altro dato sarà un servizio d’ordine corposo e molto efficiente per evitare l’assembramento: questa edizione sarà veramente unica in una storia che si ripete uguale e fresca ogni anno a memoria d’uomo, caratterizzara da una presenza così massiccia. E come sarà il pomeriggio durante la processione delle barelle con le offerte da mettere all’incanto? E la grande attesa dello spettacolo pirotecnico? Parlare della sagra “contingentata” sarebbe stato impensabile. Ma l’importante che ci sia. Così si aggiungerà un capitolo diverso al grande libro della sua storia.
Federica Lucchini