Giosuè Carducci
Un viso arcigno, forte, marcato, incorniciato in una folta barba risorgimentale, fiera, orgogliosa, con due occhi intraprendenti e diretti, capaci di sanzionare, ammaliare, emozionare. Uno sguardo attento, dritto, penetrante, pronto a dimostrare il senso vero e profondo di una vita intellettuale senza cedimenti. Il cranio ampio, appoggiato su spalle robuste, una pettinatura mossa, anche un po’ vezzosa, curata nei particolari, ondulata quanto basta per richiamare l’interesse fisico di una giovane donna in cerca d’amore. Carducci virtuoso e passionale, corpulento e intrigante, classico e romantico, positivista, sentimentale, ragionevole, generoso e avido contemporaneamente, serioso e a tratti anche iroso, pronto a rintuzzare, a respingere, a sconfessare, capace di umori e gesti eclatanti, gentile e irritante, pacato e sognatore, naturalmente spinto a lottare e a combattere per un mondo, un ideale, un amore, un istinto, un’emozione. Certamente un uomo sensibile al fascino, capace di mentire e di sorprendere, di giocarsi la vita in nome di una passione ammantata di assonanze, note, colori, profumi, aromi, troppo allineato al magico intreccio della poesia e alle sue richieste per rimanere stabile conservatore di emozioni e sollecitazioni irrisolte. Carducci un professore innamorato della letteratura, uno scrittore deciso, affabulatore e indagatore, sognatore capace di lasciarsi condurre dai giochi attenti della poesia, dalla sua sottile e sagace intraprendenza, pronto a soggiacere alle investigazioni di un destino che incombe con le sue arcigne interrogazioni, la sua voglia di risposte, di carezzevoli fascinazioni. Carducci il rustico, l’anticlericale e il repubblicano, il poeta che respira lo spirito ardente di una Toscana a tratti raccolta nella sua profumata verzura, a tratti solare e provocatoria, capace di restituire al tepore un’attesa, una sottile voglia di compiacenza, di sagacia, d’ironia e di sarcasmo, d’ intraprendere e di riprendere, di godere e di pensare, di riflettere e assaporare, di lasciare al dovere quella parte che s’ispira agl’ideali che cambiano il modo di vivere e di amare. Spirito acuto, affilato indagatore, attento ad animare ciò che la cultura propone nella sua ludica veste regale. Un Carducci ribollente, capace di slanci e di sfoghi laceranti, sagace interlocutore e attento promotore di prose e di versi, di amori vissuti con l’impeto di un desiderio che non trova pace e che si dibatte continuamente nelle viscerali anomalie di un destino che non lascia spazi irrisolti, neppure quando il cielo si colora di rossi autunnali o dei verdi crepuscolari delle colline toscane, dove l’allegria degli aromi prende sempre il sopravvento, lasciando al poeta la sagace compiacenza di un’intensa caparbietà amorosa.