“Un boom di confessioni”. Usa questa espressione padre Marcello superiore dei Padri Passionisti che custodiscono il santuario giubilare di Santa Maria del Sasso. Attraverso la Porta della Misericordia, una delle sette della diocesi, scelte dal vescovo di Como, sono arrivati quest’anno migliaia di pellegrini, “soprattutto gruppi – spiega – e toccati dalla parole di Papa Francesco hanno sentito l’esigenza della confessione. Noi come Passionisti, che abbiamo come disposizione basilare l’annuncio della Parola, ci siamo completamente dedicati ed abbiamo accolto come una grazia questa esigenza dei pellegrini”. Padre Marcello parla di gruppi che continueranno ad arrivare anche in questi giorni nella casa adiacente, predisposta per gli esercizi spirituali, ma non dimentica anche i singoli pellegrini che sono arrivati in quantità considerevole. Tutti sono invitati prima alla meditazione sull’annuncio della Parola, poi si dà inizio alla processione che parte dalla grande croce, situata nel parco adiacente, eretta nel 1933, anno della redenzione, e si giunge alla Porta Santa. I pellegrini, così preparati, comprendono il senso profondo di questo passaggio che significa entrare nel mistero della croce perché la porta è la croce”.
La chiusura dell’anno giubilare è prevista per sabato 12 novembre alle ore 20 nel santuario con la celebrazione del vespro e il canto del Magnificat. Sabato 19 novembre alle ore 7 verrà effettuata la conclusione della preghiera per le vocazioni con la partecipazione di tutti i sacerdoti delle tre valli varesine appartenenti alla diocesi di Como. Avverrà recitando il rosario e partendo dalla croce nel parco.
Furono onorati l’anno scorso i Padri Passionisti quando il vescovo di Como scelse Santa Maria del Sasso quale santuario giubilare. “Siamo responsabili di un dono così grande – avevano detto – Costituisce l’occasione per seguire come protagonisti gli avvenimenti che coinvolgono tutta la Chiesa, la quale ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. Tutto questo accade in casa nostra”. Non è la prima volta che il santuario di Caravate viene scelto come santuario giubilare: lo era già stato nell’anno santo del 2000. In quel contesto fu restaurata la facciata, l’ultima parte restante dell’edificio cinquecentesco, dichiarato monumento nazionale. La chiesa, che prende la denominazione “Del Sasso” per la roccia calcarea su cui è posta, fu nominata per la prima volta in un documento risalente al 1159 dove venivano indicati i possedimenti del monastero di san Vittore in ciel d’oro di Pavia.
Federica Lucchini