– “Buongiorno. Noi piace questo lavoro”. L’applauso è partito immediato ieri nella piazza della pace quando Yaya, originario della Guinea Bissau ha spiegato a nome degli altri richiedenti asilo, ospitati a Villa Letizia a Caravate, il mosaico realizzato con l’ausilio di Andrea Sala, l’artista che ha resa più bella Brenta con le sue opere. C’erano tante presenze a vivere l’inaugurazione delle nuova opera che porta anche la firma di Amos e Kelly, nigeriani, di Faezullah, afgano: a partire dal sindaco Giampiero Ballardin, che ha sottolineato l’importanza della condivisione e di un segno nel cammino della pace, del sacerdote don Giuseppe Zoccola, che ha sottolineato la particolarità dell’opera: “Quando noi vediamo le montagne, siamo soliti pensare alla fatica di doverle affrontare. Queste, invece, capovolgono la visuale: sono un tutt’uno con le case, a evidenziare la positività dello stare assieme”. Era presente anche Francesca Cardinale, 9 anni, sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi, in rappresentanza dei suoi compagni. E naturalmente i rappresentanti dello staff che sta dietro a questa iniziativa, rappresentato da Lella Guelfi, della direzione della Caritas, collegata ad Agrisol, la cooperativa che segue i migranti, Cesi Colli, della medesima cooperativa, e gli educatori. Si è respirato un’aria di armonia e di gioia: “Questo lavoro organizzato bene. Bellissimo”, spiega Amos, accanto agli amici di Villa Letizia che l’hanno accompagnato. “E’ bello questo momento, scaturito dalla sinergia e dalla tanta voglia di lavorare – spiega Andrea – perché ci dice che non bisogna pagare il biglietto per godere dell’arte”. Sotto il mosaico i disegni dei quattro rifugiati politici, che sono stati assemblati nel mosaico. Per tutti il desiderio della casa. Al termine una “jam session di musica” che ha coinvolto gli ospiti di Caravate.
Federica Lucchini