La storia dell’associazione degli olivicoltori dell’olio di lago di sant’Imerio può essere riassunta in due cifre, iniziando dall’anno della sua costituzione, cioé il 2004: 6mila bottiglie prodotte, 95mila euro offerti in beneficenza. Bastano questi dati a garantire la serietà del progetto, che ha come iniziatore l’allora parroco di Bosto, don Pietro Giola, ed è proseguito sotto la direzione di Enrico Marocchi. Molti bambini in India, in Uganda, in Zambia hanno potuto bere l’acqua, mangiare il riso. E anche i bambini di Bosto hanno potuto frequentare la loro scuola materna ristrutturata. Un plauso va ai volontari, che, in età non più giovane, lavorano con competenza ed energia, non risparmiandosi, a coloro che generosamente contribuiscono alla realizzazione del progetto con il loro altruismo e alle persone che acquistano le bottiglie. Non solo hanno la garanzia della genuinità, ma la consapevolezza di utilizzare uno dei migliori oli della Lombardia.
Federica Lucchini
E’ arrivato il momento della raccolta delle olive per l’Associazione Olivicoltori dell’olio di lago di sant’Imerio. Pur consapevoli della scarsità del raccolto -quest’annata non è stata fruttuosa a causa della “Cascola anomala”, che attacca il gambo delle olive, e della “Bactrocera oleari”, detta comunemente la mosce dell’ulivo- cominceranno il lavoro oggi (24 ottobre), andando da coloro che hanno offerto la loro disponibilità ad aprire i loro giardini perché aumenti quel carico prezioso, finalizzato alla solidarietà. Domenica 27 ottobre a partire dalle ore 9,30 i volontari si troveranno nel parco di via Monte Bernasco, messo a disposizione dall’amministrazione comunale, per raccogliere le olive dalle 125 piante coltivate con grande cura. Ognuna di loro è stata adottata da privati cittadini: questo è solo un aspetto della generosità che caratterizza il progetto. L’altro è costituito dall’attività instancabile degli olivicoltori che, perché la raccolta sia effettuata in modo perfetto (e questo lo dicono gli esperti del frantoio di Lenno, dove verrà trasportata), le staccano ad una ad una a mano. E non si limitano solo a quest’attività: durante l’anno vanno nei giardini dei donatori a potare la pianta quando necessita, frequentano corsi di aggiornamento. L’altro aspetto ancora è costituito dagli stessi donatori. Il desiderio è che, coloro che leggano queste righe e hanno a disposizione una pianta, pensino che quelle olive, magari per loro inservibili, si possono tramutare in un dono per le associazioni benefiche. Se hanno difficoltà nella raccolta basta scrivere a info@oliodisantimerio.it. Quindi anche se le olive sane sono ben poche, possono raggiungere una quantità superiore se aumentano i donatori. Costoro devono sapere che il loro gesto, oltre che soddisfare le richieste di missioni in contatto con gli olivicoltori, soddisferà la loro vista. Perché è unp spettacolo osservare il pavimento della sala parrocchiale, presso la chiesa di san Michele Arcangelo a Bosto, aperta da oggi: sopra un sacco vengono deposte le olive e quando la raccolta sarà ultimata il verde e il nero è il colore che predomina. Anche se piccolo, un raccolto contribuirà ad aumentare questa bellezza che partirà per il frantoio lunedì mattina. Sarà poi in febbraio, nella festività di sant’Imerio che il prodotto finito apparirà nella sua caratteristica bottiglia con la tradizionale immagine dell’ulivo posto di fronte alla chiesetta dedicata al santo. In base poi al ricavato il consiglio di amministrazione esaminerà le richieste e deciderà a chi devolvere gli utili. Per chi vuole divertirsi in mezzo agli ulivi, domenica prossima alle 15,30 castagnata aperta a tutti, presso il parco di via Monte Bernasco.
Federica Lucchini