Un mago non si arrende alla pandemia. Anzi, dal suo cappello fa uscire idee insolite e affascinanti, come un teatro-giardino accanto alle sponde del lago di Varese, calato in un bosco “segreto”. E’ all’opera Walter Maffei, uno dei più importanti artisti e studiosi della magia in Italia, che, di fronte al periodo di inattività obbligata, sta creando in un bosco all’altezza del Km 14,5 della pista ciclopedonale una scenografia immersa nella natura, dove fare vivere appieno il senso della cultura magica e del rispetto dell’ambiente. “Qui -dice mentre apre il cancello da ottimo anfitrione- non ci sono inganni, ma incanti”. E’ affascinante la sua figura, abituata a convivere con platee estese ed esigenti, e la prospettiva di focalizzare l’attenzione di spettatori in un luogo più ristretto, ma corrispondente al suo Dna (è il bosco di famiglia), lo galvanizza. Si tratta di tracciare un percorso meno scenografico, dedicato ai dettagli che quel luogo amato gli offre. Un lavoro peraltro faticoso (si tratta di spostare sassi, scavare), ma creativo. La fatica aumenta la fantasia. Già nell’estate scorsa aveva allestito una sorta di mini museo-laboratorio della magia, esponendo oggettistica, foto, locandine d’epoca a cui aveva aggiunto aneddoti storici e dimostrazioni pratiche di scienza dilettevole, performance di illusionismo interattivo. Non erano mancate leggende legate ai folletti, agli gnomi, agli elfi, alle fate arricchite da effetti magici e illusioni ottiche. Il successo di pubblico e di “concept” è stato tale da pensare ad una vera e propria rassegna per l’anno in corso con lo spazio boschivo ben ripulito e adatto ad ospitare più pubblico ed eventi correlati. Così è in pieno l’attività di sistemazione di questa fucina dove si respira un’aria di stupore con angoli che già il solo vederli invita a viverli nella loro singolarità. Qua c’è l’antica spada celtica nella roccia, infissa al centro di un’aiuola, là c’è il lago di Varese in miniatura, in fondo l’orto, la zona ricreativa con uno spazio di lettura e visioni di libri, riviste di magia, di natura e di storia biandronnese. “Il tutto all’insegna di un percorso che ha lo scopo di far emergere il bello di noi”, spiega Walter, mentre indica lo spazio teatrale in fase di allestimento con palco e 50 posti a sedere, ricavati da bancali e materiali di recupero e lo spazio del giardino botanico, dove troveranno spazio i fiori e i frutti. “Dopo un’esperienza professionale trentennale in giro per il mondo, costituita da esperienze televisive, teatrali, umanitarie, premi e riconoscimenti, viaggi e incontri importanti, torno dove sono partito -conclude- condividendo questo progetto con i genitori, proprietari di questo piccolo appezzamento boschivo”. E perché tutto sia in sintonia, cura anche la pulizia del tratto di pista antistante: i rifiuti stridono con la bellezza.
Federica Lucchini