– Vita insopportabile. E’ quella che segnalano gli abitanti di via Aldo Moro, posta all’ingresso della Whirlpool. La causa del forte disagio, evidenziata in un documento che porta le loro 35 firme e consegnata alla sindaca Sandra Scorletti, è nella quantità molto elevata di mezzi pesanti, di auto, di furgoni che transitano velocemente dalle 6 del mattino alle 23, nonostante il Comune abbia posto il divieto di superare i 30 km orari. E’ una zona residenziale, abitata da 23 famiglie, che vivono la grossa difficoltà di uscire dalle loro abitazioni con il pericolo di incidenti. Sebbene ci siano divieti di sosta, le auto vengono parcheggiate lungo la via. La velocità eccessiva causa, inoltre, vibrazioni tali da portare danni alle case. “Il manto stradale – viene sottolineato nel documento – povero di sottofondo, essendo stato realizzato nel 1961, è tutto dissestato e rattoppato. Necessiterebbero un rilevatore acustico db (in quanto il problema del rumore non è da sottovalutare) e uno che conteggi i mezzi che passano. Innanzitutto la prima soluzione è il rifacimento del manto stradale (con la partecipazione della ditta, non solo con le tasse dei cittadini), considerando che il 95% del traffico è legato alla produzione dell’azienda. Naturalmente – continuano gli abitanti – siamo consapevoli dell’equilibrio economico che questa realtà dà a tante famiglie, non solo di Biandronno. Una soluzione l’avremmo trovata: i mezzi entrano nella nostra via ed escono da via privata, creata dalla Whirlpool. Perché non realizzare una rotonda in modo che questa strada funga anche da ingresso?”. Nel documento gli abitanti pongono l’accento anche sulla via Bixio, strada provinciale su cui “il transito dal mattino alla sera è incalcolabile ed è senza un rilevatore” e chiedono di realizzare la continuazione del marciapiede da via Nenni sino all’entrata di via Moro “considerato che più di una persona è stata investita, per fortuna senza danni gravi”. La sindaca, presa visione della richiesta, l’ha sottoposta alla multinazionale ed è in attesa di una risposta.
Federica Lucchini