Il dolore che si tramuta in dono per salvare vite. A Biandronno è successo. La morte improvvisa per ipertensione polmonare l’11 marzo 2016 di Sergio Frasson, 37 anni, chimico di laboratorio, ha mosso una gara di generosità, grazie ai famigliari, agli amici, ai colleghi di lavoro. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati il gruppo Alpini e la società sportiva Biandronno Calcio con la gestione del presidente Padovani. “Quando ci è stato chiesto di mettere a disposizione la nostra sede per un pranzo che ricordasse Sergio subito ci siamo mossi per organizzarlo noi, mettendo a disposizione braccia e ingredienti. Lo conoscevamo tutti e sapevamo la persona di valore che era. E’ stato un onore per noi”, afferma il capogruppo Tiziano Pavanello a nome di tutti gli alpini. La cifra raccolta è confluita come donazione ad “Alt”, associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari onlus, che ha deciso di finanziare con i fondi in memoria del giovane, raccolti in altre iniziative, una borsa di studio, in sua memoria, a favore di una giovane ricercatrice che lavora presso “Humanitas Research Hospital”, ad un progetto interdisciplinare mirato a individuare le cause dell’embolia polmonare in giovani senza fattori di rischio e per cause ad oggi non spiegabili, come è successo al giovane. Così la gara di solidarietà continua con la forza del ricordo e dell’amore. Sergio era una forza della natura: sportivo, curava il suo fisico, si allenava con l’ansia ogni volta di ripartire per scoprire un angolo di mondo. Le sue escursioni erano preparate nei dettagli: quel gigante dal largo sorriso e con la macchina fotografica sempre a tracolla, appena tornato, incantava adulti e bambini con le sue esperienze affascinanti, mentre già si preparava per viverne altre. Poi il viaggio in Patagonia, dove il respiro diventò affannoso. Tornato in Italia i medici avevano deciso di approfondire le cause della perdita di potenza dei suoi polmoni, del fatto che lui fosse più sensibile al freddo. E’ deceduto prima dell’operazione che avrebbe asportato gli emboli che occludevano le sue arterie polmonari. Per lui il verbo “arrendersi” non era mi esistito: è esistito per il suo cuore non più in grado di svolgere la sua funzione.
Federica Lucchini