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Biandronno – Il trampolino che si affaccia sulla riva del lago di Varese necessita urgentemente di ristrutturazione

 20 Giugno 2018 |  Pippo | |

“Se non si interviene in tempi rapidi, la situazione statica può drasticamente generare portando a una situazione di pericolo”. La relazione dell’ingegnere Roberto Merli dell’Autorità di Bacino lacuale è chiara: il trampolino che si affaccia sulla riva del lago di Varese, un manufatto storico che risale alla metà degli anni Trenta, necessita urgentemente di ristrutturazione, pena il suo crollo. “Interamente realizzato in calcestruzzo armato -spiega il tecnico a seguito di un sopralluogo- presenta significative problematiche strutturali: due evidenti fessure alla base, distacco del copriferro in svariati punti con messa a nudo delle armature”. Dunque, bisogna agire in fretta per poterlo salvaguardare. Ci si può chiedere cosa possa servire un trampolino quando le acque non sono balneabili. La stessa domanda può essere rivolta per qualsiasi altra costruzione o oggetto che abbia avuto attinenza con il passato del lago: salvaguardare la memoria significa salvaguardare la nostra storia. Quella struttura che non colpisce per i canoni estetici, con un segno evidente di una manomissione, risalente alla caduta del fascismo durante il quale era stato eretto, è lì a ricordarci pagine di storia impensabili oggi, un’animazione palestra di vita per tutti i giovani che si sentivano privilegiati rispetto agli amici dei paesi vicini. Nessuno di loro, infatti, aveva l’opportunità di tuffarsi nelle acque allora azzurre: Biandronno era l’unico paese munito di trampolino. Le poche foto che si scattavano, considerate le difficoltà economiche, lo rappresentavano con i ragazzi in posa pronti a tuffarsi per attraversare il lago. Il premio consisteva nel sentirsi forti, agili e magari nell’aver rimediato la cena, andando a rubare la frutta sulla riva opposta. Ora il trampolino si innalza solitario, dimenticato, chiuso alla base da una stanga che ne impedisce la salita e sulla sommità da assi per impedire i tuffi. “L’amministrazione comunale non ha la possibilità di finanziare nemmeno il 50% della ristrutturazione -interviene il vicesindaco Augusto Vanetti, biandronnese doc, consapevole dell’importanza storica di quella che definisce struttura-monumento- Sorge in un’area demaniale, quindi di proprietà dello Stato. C’è una norma a cui mi appello che riguarda i bacini dei laghi e che sottolinea il finanziamento regionale nella misura del 100 per 100 qualora l’intervento sia di interesse generale. Ora, considerando che il trampolino è simbolo di un’epoca e che ha avuto una storia significativa per la nostra gente, perché lasciarlo andare in rovina, quando esiste già un progetto di recupero che lo potrebbe far divenire un completamtento d’arredo in uno scorcio di lago dei più belli? La sua ristrutturazione -conclude Vanetti- può divenire augurale: quando le acque torneranno pulite costutuirà un invito ad immergersi”.
Federica Lucchini

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