Valentina. Un nome più volte risuonato ieri con voce straziata nella chiesa prepositurale di sant’Alessandro durante le esequie della giovane deceduta la settimana scorsa a seguito di un incidente stradale sulla Sp1 a Gavirate. Valentina Guerra. Valentina e la sua mamma Vincenza che appena entrata nell’edificio si è fermata distrutta di fronte alla bara della figlia, in un dialogo muto, sorretta dal marito Giuseppe, e che al termine della cerimonia è uscita stringendo al petto la foto della figlia, gridando il suo nome. Valentina e la sua famiglia. C’è stato un momento verso la fine del rito in cui la mamma, il papà, le sorelle Dora e Claudia, il fratello Pasquale, seduti, si sono stretti in un abbraccio fortissimo a trovare conforto e forza tutti uniti. Valentina e il celebrante don Giuseppe Andreoli, la cui omelia non ha espresso una parola di troppo per infondere in modo calibrato e denso di significato il senso dell’obbedienza, caratteristica della loro figlia, come affidamento a Maria. Un’omelia che sapeva di un dialogo precedente con i genitori, devoti alla Vergine di Siponto, protettrice della loro città natale di Manfredonia.
Quando è successo l’incidente, loro si trovavano là, dove, come ogni anno, avrebbero partecipato all’antico rito della processione: “Allora oggi mi rivolgo a Maria -ha detto il sacerdote- a quell’icona di Maria a voi molto cara, perché vi aiuti in questi giorni. E mi rivolgo a lei anche perché per tutti coloro che in questo momento vorrebbero dire, fare, sapere spiegazioni, chiedere perché, avere certezze e arrivano a pensare male di Dio e di Maria. Volgi lo sguardo di Madre e addolcisci il loro dolore”. Valentina e il silenzio. Nella chiesa gremita c’era il silenzio della condivisione e della partecipazione. Quello che fa vedere occhi che si nascondono perché commossi e braccia che vorrebbero essere strette attorno alla famiglia per infondere conforto. Non un rumore. Valentina e un invito. Quello di don Giuseppe al termine della cerimonia rivolto a tutti i fedeli a stemperare il dolore della famiglia con la presenza affettuosa. “Suonate quel campanello! Siate vicini!”. Valentina e i palloncini. Sul sagrato, a lato della bara bianca due mazzi di palloncini, uno bianco e uno azzurro.
Sono state le sorelle, al termine del rito, che li hanno lanciati in cielo: “Ciao, Vale!”, hanno detto assieme. Valentina e l’applauso finale. Liberatorio e vicino ai famigliari. Mentre si formava il corteo per andare al cimitero, il padre Giuseppe ha stretto il braccio attorno a quello del sacerdote e a quello della moglie. Assieme in nome di Valentina.
Federica Lucchini