Una delle azioni che ci caratterizza. Abbiamo iniziato cinque anni fa ripulendo il sentiero e aprendo un nuovo sentieri con i ragazzi, avevamo realizzato un ponte un sentiero in olginasio. Abbiamo proseguito negli anni riaprendo la strada consorziale di via Duri duree. Quest’anno abbiamo riaperto una serie di sentieri, prendendo spunto dal fatto che dovremo realizzare una gara di mountain bike. Quindi i sentieri che abbiamo ripulito adesso sono circa 13 km, che sommato a tutti gli altri sentieri che già esistono secondo me, arriviamo tranquillamente ad offrire 15-16 km ripuliti sul nostro territorio. E’ un’azione nella quale crediamo. Ci fa scoprire il territorio. Poi per farli conoscere d’estate ci portiamo i gruppi di cammino. Anche la pro loco stessa organizza giornata in cui si cammina per il paese de si arriva fino alla bozza. Stiamo riscoprendo nostro territorio e stiamo valorizzando quello che abbiamo. Quando gli interventi sono minimali, lo facciamo con i nostri uomini. Quando sono più consistenti ci avvalliamo delle aziende agricole locali. Hanno interesse che i sentieri siano in ordine per accedere ai terreni che lavorano e noi garantiamo l’accesso ai cittadini. Così sbbiamo la manutenzione a prezzi competitivi e promuovere lavoro per le aziende. Quindi contribuiamo a far vivere la nostra economia. Abbiamo da una parte i nostri operai che puliscono i sentieri. Laddove ci sono interventi importanti, chiediamo intervento delle aziende agricole. Cerchiamo di unire anche un aspetto ludico a quello economico. Questo tipo di iniziativa è apprezzata anche perché vedo sempre di più persone camminare nei boschi, lungo il bardello. Si sta sviluppando rete interessante. Rete che sarà nostro patrimonio. Quello che vorrei che emergesse è che prendersi cura dei sentieri è prendersi cura del nostro territorio, di quelle parti dimenticate. Vanno valorizzate. Poi mi piace vedere anche che su questi sentieri
Ho provato a ricostruire tutto il percorso dei sentieri che abbiamo pulito la settimana scorsa con i nostri uomini. Volevo fare 2 considerazioni. La prima è che abbraccia gran parte del territorio comunale di besozzo, tranno frazione olginasio per il resto Cardana, Bogno, Besozzo e Beverina riusciamo a inglobarle dentro questo percorso. Quindi lo sforzo successivo sarà pensare come collegarsi con Olginasio. L’altro aspetto che mi premeva evidenziare è che guardando le mappe si riscopre la struttura dei terreni. Ad esempio a gravezzano dove c’è quel bellissimo lavatoio le mappe indicano una fitta rete di percorsi, di strade consorziali che erano tutte collegate ad un sistema di cascine. Quindi questa ricchezza che oggi si è persa, ma anche questi significati che si sono persi con la riscoperta dei sentieri si vogliono rivalutare. Idem per la zona sotto di cardana che poi porta alla cascina pedroni un po’ in centro a Besozzo. Aggiungere elementi qualificanti o aspetti particolari sul percorso come chiedeva lei. le cascatelle in località beverina, elementi naturali, di valore. il lavatoio di gravezzano e di quella strada che poi conduce alla cascina san colombano dove c’è bellissimo paesaggio che guarda sul lago maggiore. Mentre scendendo a bogno metterei in evidenza la strada dei duree e anche la strada delle vigne che è sempre sul territorio di bogno. Ritornando nella piana di besozzo sotto cardana evidenzierei la cascina pedroni che è proprio a ridosso del sistema edificato di besozzo centro: ultimo baluardo di un paesaggio agricolo che ancora esiste. La strada consorziale della durre, la strada che da cardana conduce a quella della brusa e altre strade come la vecchia strada che conduce a besozzo sono strade che negli anni abbiamo aperto come amministrazione, perché chiuse e abbandonate, non più riconoscibili. Oggi grazie a questi sforzi che abbiamo fatto anche precedentemente è possibile mettere in rete tutte queste strade e costruire un percorso che è lungo 14 km. Guardando le mappe che sono precedenti a quello che è diventato besozzo oggi si individuano ancora i comuni censuari di cardana bogno besozzo. Per esempio, alcune strade che noi riteniamo agricole e non assegnamo loro un senso invece erano le strade principali che collegavano le frazioni. Ad esempio da cardana si sviluppa strada prettamente agricola dove ci sono le cascine e che era la via per bogno. Quindi chi da cardana doveva andare a bogno percorreva quella strada. I nomi contenuti nelle mappe meriterebbero un ulteriore approfondimento di significati. Ad esempio c’è una strada consorziale delle vigne – porzione di territorio adibita a vigne anche perché aveva una buona esposizione e non era particolarmente inclinata. Quindi poteva essere facilmente lavorata. E’ una scoperta quella di guardare le mappe vecchie. Leggerne i nomi è sicuramente un ridare concretezza a un territorio. Oggi questi segni li abbiamo dimenticati anche perché non ragioniamo più con quegli occhiali di una economia agricola e non capiamo alcune vie, mentre prima queste strade potevano avere altri significati e strategie per costruire e godere di un territorio.
Si prende via Moncucco, la si percorre dietro il rosetum e si sale per una strada che incontra un corso d’acqua. Sono le cascatelle di Beverina che in periodi di forti piogge raccolgono l’acqua dei terreni superiori e finiscono nel bardello. Si arriva fino in cima e si percorre la strada consorziale del monte e si arriva località campaccio che sbuca sulla strada consorziale del sasso pravallo . Si prende la direzione della strada consorziale dei boschi, dove c’è il bacino dell’acquedotto repui che sbuca a cardana.Si prosegue per la consorziale salvonesco che prosegue sulla consorziale delle cassine grevezzano. Qui un bellissimo lavatoio in pietra che raccoglie l’acqua della collina sopra. Si raggiunge san colombano, zona due pini, e si scende verso il centro di cardana. In piazza si prende via san francesco, si passa il ponte della ferrovia e si va in direzione di castelletto (in mappa strada comunale che mette a bogno). Strada consorziale che mette a turro fino a prendere strada vicinale detta dei durèè. Si torna indietro per la strada vicinale detta dei ronchi. Si percorre la strada vicinale delle vigne (vignoré) si riprende strada per castelletto. Strada detta dei pradocchi che si imette strada detta sotto la brusa che arriva a cascina pedroni e da lì in centro.
Fra gli elementi qualificanti del nuovo percorso c’è il bel lavatoio della località Grevezzano, le cascatelle in località Beverina: in periodi di forti piogge raccolgono le acque dei terreni soprastanti che finiscono nel fiume Bardello. Da aggiungere la cascina san Colombano dove c’è un bel paesaggio che guarda sul lago Maggiore, la strada delle vigne, in territorio di Bogno, porzione di territorio un tempo adibito a vigne, avendo una buona esposizione e una leggera inclinazione. Quindi, facilmente lavorabile. Nella piana di Besozzo, sotto Cardana, da notare la cascina Pedroni, a ridosso del sistema edificato di Besozzo centro: “Ultimo baluardo di un paesaggio agricolo che ancora esiste”, sottolinea l’assessore Gianluca Coghetto. Poi la strada consorziale della Durèe, che da Cardana conduce a quella della Brusa, fino a pochi anni fa non più riconoscibili perché chiuse e abbandonate.
Federica Lucchini
Per scoprire il nuovo itinerario appena tracciato dall’amministrazione comunale, si imbocca la via Moncucco, si sale, incontrando le cascatelle di Beverina, fino a percorrere la strada consorziale del Monte e si arriva in località Campaccio la quale sbuca sulla strada consorziale del Sasso Pravallo. Si prende la direzione della strada consorziale dei Boschi, dove si trova il bacino dell’acquedotto Repui che sbuca a Cardana. Si prosegue per la consorziale Salvonesco e delle cascine Grevezzano. Si raggiunge san Colombano, zona due pini, e si scende verso il centro della frazione. Si imbocca la via san Francesco, si passa il ponte della ferrovia e si va in direzione di Castelletto. Qui si imbocca la consorziale che conduce in direzione di Turro fino a incrociare la strada vicinale dei Durèe. Si ritorna per la strada vicinale dei Ronchi, si percorre quella delle Vigne (Vignorè). Infine si riprende la strada per Castelletto, quella dei Pradocchi, che si immette in quella denominata sotto la Brusa e si arriva a cascina Pedroni, quindi in centro a Besozzo.
Federica Lucchini