– Nella casa di riposo Ronzoni c’è un giovane sarto di 19 anni: attacca i bottoni, sistema le federe consumate, ne realizza di nuove, dà un occhio agli abiti. Svolge il suo lavoro nella lavanderia ed ha avuto l’incarico dalla presidente della Fondazione, Anna Maria Grassi, di rammendare e sistemare tutto ciò che è inerente il cucito. Nella sala ritrovo degli ospiti una nuova signora intrattiene gli ospiti con la sua verve e la sua simpatia. L’uno proviene dal Senegal, l’altra dalla Nigeria: sono entrambi richiedenti asilo, ospitati negli spazi messi a disposizione dal comune e dalla parrocchia dei santi Alessandro e Tiburzio e inseriti in un nuovo progetto, che vede la sinergia con la cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”, coordinata da Silvia Antonetti. Tutti e 15 i migranti, fra cui gli 8 ospitati in un ostello privato, si sono dichiarati disponibili a lavorare per la comunità besozzese. “La loro è stata una risposta unanime al progetto, che abbiamo predisposto, della durata di tre mesi e iniziato la settimana scorsa – spiega Tiziano Pedroni, assessore ai Servizi Sociali – Comprende la manutenzione del verde, degli edifici comunali, delle panchine, la pulizia delle strade. Ognuno ha espresso la sua preferenza e con impegno si è messo a lavorare, non disdegnando l’utilizzo di strumenti che richiedono attenzione. Tre di loro, con l’assistenza di un tutor, hanno assunto l’incarico il giovedì di pulire le vie dopo che è terminato il mercato settimanale”. Nel frattempo continuano la frequenza della scuola al mattino e il martedì nella sala lettura del municipio hanno a disposizione insegnanti volontarie che li seguono in un rapporto di uno a due, uno a tre, aiutate da un altro volontario che si occupa dell’unico ragazzo francofono. Dal punto di vista scolastico sono molto eterogenei: si va da due ragazzi che frequentavano l’università al loro Paese ad altri che, inizialmente, non erano secolarizzati. E’ una bella storia di accoglienza quella che è vissuta dall’anno scorso a Besozzo e nelle frazioni: i ragazzi ospiti partecipano alle attività parrocchiali, come la festa di sant’Anna, fungono da inservienti durante le cene della Caritas, sono presenti all’oratorio di Ca’ Marchetta. La domenica, grazie alla presenza di due coniugi volontari e la messa a disposizione di un pulmino, hanno l’opportunità di conoscere la nostra terra. Quello che Pedroni aveva detto al loro arrivo: “La parola d’ordine è di non aver fretta. Noi dobbiamo contribuire al loro percorso di crescita”, si sta attuando. “Con gli addetti della cooperativa – termina l’assessore – si stanno preparando al colloquio che avverrà a Milano, finalizzato all’accettazione del loro stato di rifugiati: in italiano dovranno sapere raccontare la loro storia, far conoscere le loro competenze. A Besozzo si sta lavorando al mondo di speranza che possiamo offrire noi”.
Federica Lucchini