La furbizia può essere un bene quando è usata a scopo terapeutico, per difendere e proteggere quei valori sacrosanti che madre natura ci ha voluto regalare per rendere più gradevole il nostro cammino, ma può diventare assassina quando decide di destabilizzare deliberatamente chi non la pensa come lei, chi cerca onestamente di fare il proprio lavoro in nome del merito e della capacità. In Italia succede spesso che la furbizia venga adoperata come arma per mettere fuori causa l’avversario, per conquistare il predominio. Per questo esistono scuole speciali che da anni, per non dire da secoli e da millenni, non solo la usano, ma la insegnano, proprio come se si trattasse di un’arte da tramandare per continuare a mantenere il comando della situazione. La furbizia ha un campo d’azione molto ampio e molto vasto, la puoi trovare ovunque, anche se a volte per snidarla ti devi impegnare parecchio, perché le sue strategie sono molto particolari, sfuggono facilmente allo sguardo superficiale, si annidano nelle pieghe di antiche tradizioni che continuano a mietere le proprie vittime. Uno dei campi dove la si può leggere, scomporre e visionare con più facilità è quello della politica. In questi ultimi anni, caratterizzati da una caduta verticale dei valori che ne avevano caratterizzato la nascita, la politica è diventata uno scenario molto apprezzato, soprattutto con il consenso dei mezzi d’informazione, che con l’avvento del digitale concedono una visione a tutto campo, riservando spazi molto ben attrezzati per la comprensione e la riflessione sui problemi e i personaggi che molto furbescamente la interpretano e la manipolano. Qualcuno afferma che la furbizia sia figlia o nipote della povertà, di condizioni economiche difficili, qualcun altro la fa ricadere sulla mancanza di buona volontà, altri ancora la fanno risalire a usi, costumi e tradizioni e poi c’è a anche chi la rappresenta nella sua umanissima naturalità, in un modo di essere o in una filosofia di vita ereditata da qualche parte. Forse è un po’ l’uno e un po’ l’altro, sta di fatto però che a sfruttarla sono molto spesso personaggi di scarso profilo intellettuale, gente che se non avesse quella risorsa, sarebbe catapultata nelle zone basse della condizione umana, non avrebbe la possibilità di sopravvivere. C’è una furbizia sana e una malata, una che conduce alla salvezza e un’altra che conduce inevitabilmente a morte certa chi la subisce. Come si fa a snidarla? Non è facile, bisogna imparare a conoscere molto bene l’animo umano e riuscire a capire quali possono essere le sue risorse, in particolare quelle negative, quelle che sono in grado di far vedere lucciole per lanterne o di trasfigurare la realtà e la verità al punto tale che non si sa più come fare per capire da che parte stiano il bene e il male. Conoscere l’animo umano significa prima di tutto conoscere l’uomo, sapere chi hai di fronte, compiere un saggio di corretta investigazione umana, imparando a non lasciarti irretire dalle belle parole o dalle frasi fatte o da esempi che di costruttivo non hanno nulla. Dunque è sempre necessario entrare con le dovute cautele nel labirinto delle risorse, che giacciono molto ben protette in ogni parte della composizione caratteriale umana. C’è anche chi si pone il problema se il furbo sia intelligente o non sia semplicemente un cretino che non potendo essere intelligente si accontenta di affinare al massimo livello la sua ansia distruttiva, la sua voglia di essere quello che non potrà mai essere, ribaltando sugli altri le proprie frustrazioni. Tornando alla politica, è sicuramente il palcoscenico più adatto per vedere e capire come si muove la furbizia umana, scavalcando naturalmente tutto ciò che di buono nella natura stessa esiste. Un tempo qualcuno paragonava il politico alla volpe, per quell’innata capacità di aggirare l’ostacolo pur di arrivare a confermare la propria abilità predatoria. Il problema è che di volpi in giro ce ne seno sempre di meno, perché in molti casi cadono nelle trappole umane, che per quanto umane sono sempre frutto di strategie difensive. Una cosa è certa, la furbizia può pagare all’istante, ma il tempo è il suo peggiore nemico, perché prima o poi fa cadere i veli che la proteggono e la evidenziano in tutta la sua umana nudità. Di furbi ne abbiamo incontrato tutti e in alcuni casi ne abbiamo subito la furbizia, non perché non avessimo l’intelligenza necessaria per capire, ma per una forma di carità cristiana, quella che si dovrebbe anteporre sempre alla ritorsione e alla cattiveria. Una cosa comunque è certa, la furbizia negativa è molto ben visibile, si lascia leggere e scoprire e la gente non è stupida , sa controbattere e posizionare dove merita. I tempi sono cambiati, l’informazione gira a trecentosessanta gradi, non è più così semplice fare fesso il prossimo. Speriamo che la politica, quella vera, quella che conserva ancora un forte amor proprio lo capisca e torni a fare le cose per bene, con onestà, con trasparenza, con intelligenza e con quell’amabile fermezza che trasmette fiducia a chi, oggi, ne ha realmente molto bisogno.