– Ieri sera (21 novembre) sono potute rientrare nella loro casa di via Mazzini due famiglie delle tre evacuate sabato scorso in seguito alla rottura di un tubo del Consorzio dell’Acquedotto B.B.B.M. (Biandronno Bardello Bregano Malgesso) che, in seguito alla voragine conseguente, ha provocato lesioni alle loro abitazioni. “Le famiglie rientrate – spiega Agostino Binda, tecnico strutturista del Consorzio – sono quelle che hanno avuto la casa con una criticità più lontana dal danno, mentre quella che rientrerà oggi è quella con una criticità più marcata”. Già domenica, dopo un’analisi da parte dello stesso Consorzio, era stato rilevato che le crepe nei muri, emerse sabato, non avevano subito variazioni; ieri sono stati effettuati interventi per il consolidamento delle fondazioni, per proseguire con altri interventi di ripristino, dovuti al cedimento. “Il monitoraggio è stato continuo per rilevare il processo deformativi – ha continuato l’ingegnere: nonostante la presenza dell’acqua meteorica, non è avvenuto nessun cambiamento. La rimozione del terreno ha creato dei vuoti tra un punto d’appoggio delle abitazioni e l’altro. Concluso il primo step del riequilibrio della muratura ora è in atto l’intervento, che continuerà per due giorni, di ripristino della continuità d’appoggio, inserendo calcestruzzo magro e pietrame nei vuoti generati a seguito della pressione delle acque”. Dietro alla rottura del vecchio tubo di ghisa, c’è un problema di rilevanza, legato ai mezzi pesanti che transitano in gran quantità e a velocità sostenuta lungo una via che è inadeguata a sostenere un traffico di simili dimensioni. “Sono in particolare molti quelli che trasportano il ghiaione e si dirigono verso la zona del Ticino – spiega il vicesindaco Luciano Puggioni – Sovraccaricati, preferiscono evitare la 629, la strada che da Besozzo conduce a Vergiate, per la presenza dei tanti impianti semaforici, e dei controllori di velocità. Imboccando questa strada, invece, non trovano nessun controllo”. Di conseguenza ecco l’eccesso di velocità attraversando paesi come Bardello, Biandronno che hanno strade assolutamente non consone a un traffico di questa portata.. E la via Mazzini viene attraversata in tutta la sua lunghezza, generando vibrazioni e rumori a tutte le ore del giorno e della notte. Un abitante della via, Marco Monti, rileva anche la presenza di un tombino rotto verso il centro della strada e un altro molto instabile. Aveva scritto in un lettera al nostro quotidiano: “Via Mazzini è quella che se lasci il computer in stand by non passano cinque minuti che si riaccende; è quella dove è assente la striscia bianca di corsia, dove i marciapiedi non sono a norma. Ti obbligano nei giorni della raccolta differenziata ad invadere la strada per evitarli”. La via è di competenza provinciale. L’assessore Marco Magrini ben conosce la sua criticità. E’ quindi urgente un dialogo tra vari attori che veda la presenza del comune, della polizia locale per risolvere un problema che diventerà sempre più grave. Sedersi attorno ad un tavolo e confrontarsi come è già stato fatto per l’annosa questione della via Piave. Il comune ha richiesto alla Provincia di inserire i dossi per limitare la velocità ed ha nei progetti di chiedere lo spostamento della colonnina per il controllo della velocità da via Piave a via Mazzini.
Federica Lucchini