Ha preso avvio il progetto della valorizzazione delle sponde e della pista ciclabile del lago di Varese. Progetto che entra a far parte della salvaguardia e del risanamento dello stesso lago. La finalità è di far sì che i paesi rivieraschi, gli ambienti umidi come la palude Brabbia e il laghetto di Biandronno costituiscano un’ottima cornice attorno alle acque quando queste torneranno pulite. Si tratta di mettere in risalto i segni che già esistono, il patrimonio storico e ambientale, senza assolutamente riempire le sponde di nuovi oggetti invasivi. E’ già all’opera la progettista incaricata Katia Accossato nell’ascoltare i sindaci coinvolti nel progetto; “Primo passo, questo, entro un anno, per redigere uno studio che descriva lo stato di fatto lungo le rive del lago, identifichi le caratteristiche di ogni comune e individui una serie di possibili interventi, proponendo un progetto d’insieme, una visione unitaria dal punto di vista paesaggistico”, spiega l’architetto. A questo progetto hanno creduto in ben 12 comuni di cui i 9 rivieraschi (Gavirate, Bardello, Biandronno, Cazzago Brabbia, Bodio Lomnago, Galliate Lombardo, Azzate, Buguggiate, Varese) a cui si aggiungono Inarzo, Daverio, Comerio, posti nell’entroterra e facenti parte dall’Associazione Comuni Rivieraschi. Assieme hanno finanziato il progetto con la Camera di Commercio di Varese. Progetto che vede l’accordo di collaborazione tra il Politecnico di Milano (nello specifico il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, coordinato dalla docente Eleonora Bersani), la stessa Camera di Commercio e soprattutto Regione Lombardia che esprime il comitato di coordinamento dell’Aqst (Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale). “E’ nelle corde del Dipartimento -spiega l’Accossato- lavorare con enti locali e soggetti pubblici per valorizzare le fragilità, trasformare le potenzialità nell’ottica della sostenibilità ambientale e sociale”. Il paesaggio, dunque, come principale strumento di rigenerazione: ed è immaginabile che il progetto unisca i simboli dei paesi. L’attuale ricognizione dell’architetto sta rivelandosi una piattaforma ricca. Ieri (12 aprile) ha incontrato Massimo Porotti, sindaco di Biandronno. Paese, questo, che sulle sponde conserva l’unico trampolino del lago, costruito nel Ventennio. Lambisce l’omonimo laghetto con la sua ricchezza faunistica e botanica: due realtà che possono essere valorizzate. Solo due esempi perché la ricchezza della zona rivierasca è notevole: basti pensare alle ghiacciaie di Cazzago, alla sua fornace. A tutti i luoghi significativi che possono entrare a far parte di un sistema, collegato alla pista ciclopedonale, fornita dei servizi necessari (anche igienici). Il tutto può costituire lo stimolo perché aree dismesse, in base ad accordi tra pubblico e privato, possano acquisire una loro dignità.
Federica Lucchini
Il progetto della valorizzazione spondale e della pista ciclopedonale del lago di Varese è inserita nella macroazione F dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale per il lago di Varese (AQST), promosso da Regione Lombardia e da altri enti e associazioni per la sua salvaguardia e il suo risanamento. L’Accordo si articola in altre cinque macroazioni: la macroazione A prevede interventi di miglioramento della rete fognaria del bacino del lago. La B ha l’obiettivo di monitorare lo stato delle acque del lago e del suo emissario: la C è rivolta alla riattivazione dell’impianto del prelievo ipolimnico mentre la D si interessa alla salvaguardia e alla tutela delle aree protette. Infine la E si occupa della divulgazione dei contenuti e della sensibilizzazione dei cittadini.
Federica Lucchini