Ci sono diversi modi per amare il paese in cui si abita, ma uno in particolare lo caratterizza e lo definisce: il rispetto. Sembra facile, ma non lo è, semplicemente perché la natura umana non è così attenta e buonista come la immaginiamo, ha dei lati oscuri che possono passare inosservati, ma che sono lì pronti ad emergere ogniqualvolta si offre loro la possibilità di uscire alle scoperto. La parte più difficile è quella di essere rispettosi quando non si è controllati a vista, quando l’idea di poter fare tutto quello che si vuole diventa irrefrenabile. E’ in questi momenti che si vede la maturità di una persona, la capacità di saper orientare positivamente la propria natura, è quando nessuno vede o sente che dimostriamo la nostra forza, il nostro valore, la stoffa di cui siamo fatti. Ci sono persone che sono rispettosissime, ma solo quando fa comodo, quando sono sotto la lente d’ingrandimento, quando devono dimostrare quello che non sono, quando al semaforo c’è la polizia pronta a intervenire. Si dimostra la maturità avendo assimilato con orgoglio e fierezza un certo tipo di coscienza, quella che costringe a essere corretti e coerenti anche quando vorresti non esserlo, per reagire a qualsivoglia negazionismo impertinente. Dunque vediamo: non bisogna passare con il rosso, bisogna fermarsi ai passaggi zebrati, non bisogna urlare sotto le finestre delle persone, non si buttano la carta e le lattine della Coca Cola per terra, non bisogna dire parolacce o bestemmiare o uscire con frasi che fanno rizzare i capelli, non bisogna sporcare i muri, suonare i campanelli, produrre rumori che fanno diventare sordi, passare dove non si può, andare a tutta velocità nelle vie del paese, fare cori sotto le finestre delle case, pensare che le vie del paese siano il luogo ideale per esprimere ogni forma di arroganza e di prevaricazione. Le trasgressioni possono essere tante, ma il rispetto cosciente vale più di qualsiasi cosa.
E’ la carta di credito del paese, è il salotto buono, quello che vorremmo sempre perfetto ogni volta che dobbiamo accogliere qualcuno che ci sta a cuore. Il paese non è una discarica a cielo aperto e non è neppure il luogo delle nostre trasgressioni, è una parte fondamentale della nostra vita quotidiana, quella che ci appartiene perché ci ha visto nascere, crescere, quella che ci accompagna quando abbiamo bisogno di ritrovarci, di ricompattare le energie, di rasserenare gli animi, di ripensare alla nostra vita, restituendole un volto più umano, allegro, dignitoso. Dunque tra interno ed esterno non c’è nessuna differenza, tutto rientra nella dimensione umana della nostra vita e per questo bisogna attivarsi per rendere gradevole e confortante il paese in cui abitiamo, offrendogli un contributo di generosità, di lealtà, di attenzione, in modo tale che sia sempre più apprezzato da tutti. E’ così bello visitare un luogo e apprezzarne l’ordine, la pulizia, il silenzio, l’accoglienza, è così piacevole incontrare le cose belle della vita su cui appoggiare la nostra stanchezza, la nostra voglia di pace e di bellezza. Imparare a guardarsi intorno, a osservare con lo spirito di servizio di chi contribuisce alla costruzione del bene comune, vivere immedesimandoci negli altri, nelle loro aspirazioni, cercando di coglierne le attese più profonde, è in questo modo che realizziamo la nostra casa, quella che non ha bisogno di pareti per farsi amare e apprezzare. La forza di un paese risiede nella capacità di sapersi educare, di saper rispondere alle attese, di essere pronto a dare quello di cui la gente ha bisogno, con semplicità e naturalezza, come se la casa fosse sempre un pochino più grande, capace di contenere tutti.
Dello stesso Felice Magnani