«Tenetevi d’acconto. Dovete essere consapevoli di quanto importanti e preziose siete». Il giornalista Aldo Cazzullo -ieri in aula Salvini all’Isis “Stein” dove ha presentato il suo libro “Metti via quel cellulare“- si è rivolto specificatamente alle ragazze che diffondono le loro foto sulla Rete per raccontare le esperienze personali, non rendendosi conto che possono essere utilizzate contro la loro dignità. E si è rivolto a tutti i ragazzi: «La scuola deve permettere ad ognuno di riconoscere il proprio talento diverso uno dall’altro. E necessario che abbiate fiducia in voi stessi, consapevoli di ciò che potete fare con il gusto di agire bene. Siate orgogliosi di essere italiani nella vostra diversità, rendendo così migliore la vostra terra». Insegnamenti che sono scaturiti dopo la presentazione del suo libro, introdotto dalla lettura del professor Marco Vergottini, e dalle parole della docente di filosofia Paola Saporiti che ha spiegato ai tanti genitori presenti quanto questo tema sia stato approfondito in preparazione dell’incontro: «Con l’obiettivo di aprire sempre nuovi orizzonti ai ragazzi sono scaturite serie riflessioni. Nel solco del ruolo della filosofia all’epoca del multitasking sono emerse voci di neuroscienziati che evidenziano quanto questo riduca la sfera cerebrale della conoscenza e delle emozioni, e tesi che, invece, sottolineano quanto spinga il cervello a produrre dopamina e quindi a dare sempre di più». Ma la finalità della lettura del libro è la fluidità del passaggio tra genitori e figli, del mettersi in relazione. Del «catturare il rispetto dell’altro», intriganti le parole dell’autore volte ora a evidenziare la propria tesi contro la «Rete intesa come un Colosseo digitale dove i deboli diventano carnefici, regno di solitudine, altro che social», e la tesi dei propri figli Rossana e Francesco che invitano il genitore a individuarne i lati positivi, come rifugio contro la solitudine nell’offrire più stimoli a livello umano e culturale. Così è nato un libro del dialogo senato, fresco, sui rischi e sulle opportunità. Il cellulare è così diventato il mezzo per parlarsi tra generazioni: «Il dialogo intergenerazionale tra nonni e nipoti è fondamentale -ha ribadito Cazzullo – perché essere italiano e una responsabilità: significa portate avanti un patrimonio morale. civile e Culturale e non vivere sempre nel tempo presente, come esige la Rete». E per evidenziare quanto il web sia abusato ha ricordato Giuseppe Ungaretti, la cui prima raccolta poetica ha raggiunto inizialmente una ventina di lettori, ma orai suoi versi sono immortali. Al termine l’augurio migliore tratto dal libro: «Spero davvero che le vostre previsioni si realizzino, e che i miei futuri nipoti troveranno -anche grazie alla Rete» un mondo più umano e più giusto di quello che la nostra generazione ha consegnato a voi».
Federica Lucchini