CAFE’ PHILO’ presso il carcere di Bollate
“Il carcere mi ha dato il tempo per trovare una condizione di libertà. Il tempo della riflessione, accompagnato da una pratica guidata di meditazione, mi ha portato ad essere libero. Libero dalla frenesia, dalle illusioni, consapevole che il successo sta nella relazione autentica con chi ti sta vicino”. Sono in silenzio Lavinia, Clara, Anna, Serena, Alessandro, un gruppo eterogeneo di alunni ed ex-alunni del Liceo Scientifico di Gavirate. Hanno vissuto, non per la prima volta, con la loro insegnante Paola Saporiti l’esperienza del Café Philò presso il carcere di Bollate. Un dibattito sul significato del successo con affermazioni da parte dei detenuti che fanno del bene a loro stessi e ai giovani che ascoltano e riflettono, consapevoli della ricchezza di questa esperienza. “L’entrare in contatto con questa realtà ha fatto emergere considerazioni che aiutano a rimettere tutto in prospettiva – spiega Anna – e si comprende quanto sia vera l’osservazione di un filosofo tedesco che “la dignità viene dall’essere nati tra uomini”. Come non rimanere colpiti da un detenuto, pieno di risorse, nonostante i 25 anni di detenzione, che ha guidato i ragazzi nella meditazione, o di un altro con nove fratelli tutti carcerati, orgoglioso di suo figlio diciottenne, cresciuto buono e corretto, “un bravo ragazzo, nonostante me, o forse a confronto con me. Questo è il mio successo. Un successo enorme, che mi riempie di felicità”. Sono esperienze forti, che coinvolgono. “I detenuti non sono persone sbagliate, hanno commesso sbagli – affermano Clara e Alessandro – Per capire ciò bisogna entrare in questi luoghi”. “Lì siamo tutti uguali – continua Lavinia – e ci si rende conto, confrontandosi con loro, che sono persone con cui vivere esperienze belle, di crescita”. Serena nella tesi di maturità ha affrontato i diritti umani all’interno del mondo del carcere. La propensione per questo tema l’ha condotta a seguire l’insegnante di filosofia e gli amici. In altre carceri la pena che viene assegnata è contro ogni dignità, i detenuti si trovano a non far nulla dalla mattina alla sera. A Bollate, fra le tante attività, hanno il privilegio, grazie al Café Philò, a cui partecipano questi giovani pieni di entusiasmo, di interrogarsi e di lasciare dei messaggi di grande positività, ritrovando le fondamenta di loro stessi. Federica Lucchini
GAVIRATE ANTONIO GIOVENZANA
“Nell’immediato dopoguerra le scarpe erano una diversa dall’altra come cuciture e formato, scelte da un mucchio di oggetti di residui militari che il buon amico ciabattino, Giulietto Ossola, conservava accanto al banchetto di lavoro e che saggiamente furono da lui trasformate con chiodatura, lucidatura e una buona stringatura in pelle: divennero invidiabili”. Nel 2007 il vecchio scarpone, acquistato nel 1985, non riuscì a reggere il peso dei tanti chilometri percorsi in montagna da Antonio Giovenzana e mentre era sul ghiacciaio che avrebbe condotto l’alpinista, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, al Rifugio Sella “è andato in frantumi, neanche fosse un pezzo di cristallo”. E’ particolare: il percorso alpinistico e soprattutto umano di Antonio – 109 cime scalate oltre i 4000 metri – può essere illustrato attraverso la storia delle sue scarpe: compagne preziose che gli hanno permesso di essere fedele ai dettami del suo maestro, il compianto medico Annibale De Molli: in montagna non si va soltanto con i muscoli, ma si va soprattutto con il cuore. La montagna esalta e matura l’anima.
Domenica scorsa (16 novembre) con una mostra il Cai di Gavirate ha festeggiato in sala consiliare i 70 anni di alpinismo di Antonio. E’ stato un momento intensamente vissuto da molta gente che ha commentato le migliaia di foto da lui scattate durante tutte le sue innumerevoli escursioni in tutto il mondo e letto alcune pagine dei suoi diari, ricchi di passione e di fede. Pagine di una ricchezza umana infinita. Lui si scherniva, felice, accompagnato dai ricordi. “Tradurre in parole sentimenti così profondamente vissuti – scrive – può a volte costituire una barriera insormontabile. Salire non significa solamente andare in alto, ma è soprattutto elevarsi con lo spirito per avvicinarsi sempre più e gustare il sapore delle altezze, ammirando le bellezze del Creato. Se volgo il mio sguardo indietro, pur avendo sempre avuto l’alpinismo come filo conduttore di oltre 70 anni di vita, riesco di solito a tenere il conto degli anni che passano, ricordando le passeggiate e le salite più o meno impegnative e le tante avventure che ad esse mi legano. Purtroppo, però, pochi sono gli amici rimasti con cui poterle ricordare. Mi è comunque di conforto la certezza della validità dei nostri ideali.
Un particolare: il vecchio scarpone rotto – nello stile di Antonio – non è finito nei rifiuti: l’ha riportato in cima al monte dove tante volte aveva sostato con la moglie Laura. Federica Lucchini
MALGESSO CONSIGLIO COMUNALE
Approvata a maggioranza anche dal consiglio comunale di Malgesso la gestione associata dei servizi con il comune di Biandronno, Bardello. A giorni verrà convocato il consiglio a Bregano per completare l’adesione. I tre primi cittadini – Giuseppe Iocca per Malgesso, Sandra Scorletti per Biandronno ed Egidio Calvi per Bardello – sottolineano l’importanza di questa convenzione quadro, di durata triennale, soprattutto ai fini di una maggiore efficacia ed efficienza dei servizi, considerata la vicinorietà dei comuni. Nove sono le funzioni fondamentali da associare che vanno dall’organizzazione dell’amministrazione, della gestione finanziaria all’organizzazione dei servizi pubblici compresi i servizi di trasporto pubblico comunale. Il documento tocca anche la parte inerente il catasto, l’attività di protezione civile, di coordinamento dei primi soccorsi, nonché la gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la gestione dei servizi sociali. Non viene dimenticata l’edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, l’organizzazione e la gestione dei servizi scolastici”. La nuova gestione, per come è strutturata, prevede, ad esempio, la “circolarità” dei dipendenti: in assenza di dipendenti di un singolo comune si attua l’intervento sostitutivo con dipendenti di uno degli altri tre. “E’ un punto di partenza importante – sottolinea Iocca – con l’obiettivo dell’associazionismo nell’ottica anche dell’economicità e della razionalizzazione della spesa pubblica”. “Siamo stati costretti dalle normative, che, secondo me, potevano essere ancora più incisive – spiega Calvi – Vedo l’importanza di questa gestione soprattutto nel recupero delle competenze. I comuni piccoli soffrono in questa dimensione. Abbiamo stabilito, quindi, che per ogni funzione sarà comune capofila quello che avrà maggiori competenze”. “Il comune di Biandronno ha perso tempo durante la precedente amministrazione – sottolinea Sandra Scorletti – nel tentativo di fare un’unione con Bodio Lomnago e Inarzo. Unione bocciata dalla reazione negativa della popolazione che avrebbe dovuto, ad esempio, smaltire i rifiuti a chilometri di distanza, quando si sa che la vicinorietà è una delle condizioni per associarsi in funzione dell’efficacia. Questa convenzione quadro è basata sul rapporto privilegiato che c’è all’interno dei nostri quattro comuni”. I quattro comuni sono già convenzionati tra loro per il servizio di polizia municipale a cui si aggiungerà Gavirate, in accordo con la stazione dei carabinieri. Federica Lucchini
BARASSO GESTIONE ASSOCIATA
Per una gestione efficiente ed efficace. Negli ultimi consigli comunali l’amministrazione di Barasso e Luvinate hanno approvato la bozza di convenzione per la gestione associata delle funzioni fondamentali tra i due comuni a cui si aggiungerà a gennaio anche Comerio. “Tre Comuni che funzioneranno con risorse accomunate – ha spiegato il sindaco Antonio Braida – considerato che tra loro c’è già un importante intreccio organizzativo che si è già sviluppato con una convergenza di intenti. Con una partenza soft questa riorganizzazione non darà risultati immediati, ma in prospettiva, con l’obiettivo di andare verso l’economicità, migliorando la qualità dei servizi erogati”. La gestione associata riguarderà l’area amministrativa, l’area tecnica dei lavori pubblici, dell’urbanistica e l’area economica, finanziaria, ragioneria e tributi. Gli uffici comuni saranno situati dove operanno i responsabili di area. Il ruolo fondamentale verrà assunto dalla conferenza dei sindaci. Già le tre realtà hanno gestioni in comune a macchia di leopardo che riguardano ad esempio la Polizia locale, i Servizi sociali, la Protezione Civile, che comprendono il comune di Casciago. E’ già un percorso, quindi, avviato che vedrà l’unione dei comuni, pur rimanendo le singole municipalità. A Barasso, la convenzione, pur essendo stata approvata all’unanimità, ha avuto le osservazione dei consiglieri di minoranza Luigi Roi, Luigi Giudici inerente l’impatto sui cittadini che avrà la nuova gestione. “D’altre parte – ha specificato il sindaco Braida – se si deve giungere ad una economicità della gestione non si possono tenere le strutture attuali”.
“I tempi sono ormai maturi per una collaborazione ancora più efficace con i comuni vicini, mantenendo distinta la peculiarità e l’autonomia delle nostre comunità e tenendo conto degli obblighi previsti dalla legge per i comuni sotto i 5mila abitanti – ha spiegato il sindaco Alessandro Boriani durante il consiglio comunale – Il prossimo anno sarà dedicato a concretizzare questo importante progetto di evoluzione dei nostri territori nel solco della proficua collaborazione di questi mesi”. Federica Lucchini