VARESE SERATA IMERIO
“Celebrare in un luogo così composto e familiare è bello. Spero che anche i fedeli vivano la positività di questa atmosfera e considerino con occhi nuovi la spiritualità che emanano questi affreschi”. L’apertura della serata “La storia della chiesa di sant’Imerio e i suoi restauri”, da parte del prevosto monsignor Luigi Panighetti, ha interpretato la soddisfazione e la gioia dei tanti presenti e del comitato che ha permesso il restauro del ciclo d’affreschi ad opera di Marialuisa Lucini, sotto l’egida della soprintendenza alle Belle Arti e al paesaggio, Isabella Marelli e Italo Tavolaro. Il momento nella sua completezza ha voluto porre l’accento, grazie alla presenza dell’architetto Claudia Vignolo Villa, ai lavori di restauro dell’intero edificio di cui lei è stata l’artefice assieme all’architetto Segre negli anni 1979/1983 grazie alle presenza anche allora di un comitato che ha voluto salvare l’edificio il quale rischiava il crollo per una crepa nell’abside. L’intervento, illustrato ai presenti con il materiale di allora, aveva inteso mettere a nudo la struttura conservando lo stato dell’edificio. La storia degli affreschi, di cui parlò san Carlo nel 1574, durante la visita pastorale, definendoli belli, ma rovinati, e illustrati dalla restauratrice, hanno messo in evidenza le fasi d’intervento, iniziati nel mese di febbraio scorso. Hanno dovuto tenere conto delle infiltrazioni e degli interventi precedenti. Il tutto è stato reso possibile, come ha sottolineato Lucio Mattaini del comitato, al contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto, della Banca Credito Cooperativo Busto Garolfo e Buguggiate, di Fondazione Unione Banche Italiane per Varese, dell’Associazione olivicoltori dell’olio di lago di S. Imerio che hanno coperto la cifra di 37mila euro. Poco manca a coprirla nella sua interezza. Anna Maria Ferrario, docente di storia dell’arte del liceo Cairoli, ha illustrato le ricerche che si stanno effettuando sugli affreschi, svelando molte curiosità che verranno approfondite, in collaborazione con lo storico prof. Renzo Talamona, per determinare l’identità dei santi rappresentati. La soddisfazione della serata è stata ben interpretata dal sindaco Davide Galimberti che ha evidenziato il valore di queste scoperte, fruibili al pubblico, che contribuiscono a fare di Varese un luogo di cultura.
Tutte le domenica del mese la chiesetta rimarrà aperta per le visite.
Federica Lucchini
VOLTORRE LIUTAIO
– Alla ricerca della perfezione. In quella che un tempo era una stalla, lungo la strada dei “Beut”, ora c’è un luogo dove si lavora in una dimensione atemporale, tanta è la passione legata alla creazione di strumenti musicali. In un angolo molto curato di questa costruzione rurale, sulla facciata la scritta “Laboratorio di liuteria” attira l’attenzione per la cura nella grafia e per la curiosità della proposta. “Passiamo mezze giornate a sistemare i dettagli – spiega il liutaio Simone Assunto, 32 anni, che lavora in società con il collega Alessio Belli – La sera amiamo andare a letto con il cuore leggero, consapevoli di avere dato il massimo e soddisfatti dell’evoluzione costruttiva continua del nostro lavoro”. Sono entrambi giovani ed entusiasti. Alla parete è appesa una balalaica, comprata in un mercatino e restaurata; sotto, un violino. “Siamo specializzati nella costruzione di strumenti a corde pizzicate, quindi i violini per noi sono oggetto solo di restauro e di riparazione degli archetti. L’attenzione è dedicata alla realizzazione di chitarre classiche, costruite in abete rosso della val di Fiemme, chitarre folk in cedro canadese, elettriche in mogano, acero, frassino ed ontano. Le richieste di liuti per ora sono accantonate, ma non mancano quelle di mandòle, di mandolini, ghironde, ukulele. Ci riforniamo presso una ditta di cordai di Vicenza che riteniamo i migliori in assoluto. Usano il nylgut, un materiale brevettato a base plastica, che sostituisce il tradizionale budello. Anche se non filologicamente corretto, il risultato è lo stesso”. Nella sala macchine fanno bella mostra le seghe a nastro, la levigatrice, la pialla, un piccolo tornio per i piroli di ebano delle chitarre storiche; sopra, il laboratorio per le lavorazioni fini e le montature finali dove si esercita la pazienza che il legno richiede e dove nel silenzio si sente come suona il legno.
Per Simone sono stati quattro gli anni di studio presso la Civica Scuola di Liuteria di Milano; anni di passione dove, accanto allo studio dell’organologia, della chimica acustica (la fisica applicata alla musica), di restauro, disegno ed esercitazioni strumentali con il liuto rinascimentale, erano comprese tantissime ore di laboratorio. Gli si illuminano gli occhi ricordando la costruzione della chitarra classica durante il primo anno. “Tutti noi eravamo talmente entusiasti che a casa ce ne siamo costruita una in parallelo”. Poi il secondo anno la costruzione di un liuto rinascimentale, il terzo di un liuto barocco e l’ultimo un tirocinio esterno presso il maestro Federico Gabrielli, specializzato nella creazione di strumenti della famiglia del mandolino. Anni duri, ma entusiasmanti, che comportavano piccoli lavoretti per poter acquistare strumenti come la pialla, gli scalpelli, i coltelli, indispensabili per realizzare gli strumenti a casa. Simone assume una espressione di totale soddisfazione di fronte all’immagine di un libro in cui sono raccolte le foto di una chitarra folk, costruita con il collega. “Voglio uno strumento straordinario”, avere richiesto il committente. E per evidenziarne la particolarità aveva richiesto la presenza di tanti simboli, come il serpente uroboro in madreperla. Ma l’immagine che illumina lo sguardo del liutaio rappresenta l’interno dello strumento: “E’ una architettura”, afferma. E mentre le soddisfazioni continuano ad arrivare, per lui lo strumento a cui non rinuncerebbe mai è la prima chitarra classica, quella più imprecisa. “Lì c’è il mio inizio, lì c’è il mio valore affettivo”.
Federica Lucchini
CASCIAGO PONTE DIAVOLO
– Verrà presentato oggi (24 settembre) alle ore 16 a Morosolo il progetto di riqualificazione ambientale del sentiero che conduce alla grotta o ponte del diavolo, all’ingresso del sentiero per il Ponte Artù. Finanziato dalla Regione Lombardia per tramite del Parco del Campo dei Fiori, riguarda una forra carsica di circa 20 metri scavata dal torrente Tinella che scorre verso il lago di Varese sul confine tra Casciago e Gavirate, lungo il sentiero 21 del parco. Il progetto prevede la realizzazione di un percorso di sicurezza che porta al Ponte, dove verrà realizzata una piattaforma di osservazione.
Saranno presenti le imprese affidatarie dei lavori (Crugnola – Società Agricola
Semplice Ortobiobroggini), il geometra Piccinelli, direttore dei lavori, e il responsabile forestale funzionari Marco Pistocchini, il Presidente dell’Ente Giuseppe Barra e il sindaco Andrea Zanotti. Parteciperanno i rappresentanti degli insegnanti e dei genitori della scuola elementare di Morosolo che sta lavorando sulla geologia e la natura dei luoghi, e Flavio Gamberoni, esperto e
conoscitore della storia naturalistica del Tinella con i rappresentanti delle scuole di Casciago e un responsabile della Protezione Civile.
Federica Lucchini
COCQUIO INCIDENTE
– “Ci siamo visti ieri da lontano e, come era sua abitudine, Lorenzo mi ha salutato con un gran sorriso”. E’ sconvolta Monica Moretti, assessore alla Pubblica Istruzione, molto amica della famiglia Mazzini. “Era sempre disponibile al saluto e alla cordialità, oltre che con i coetanei, anche con i loro genitori”. Il suo dolore è il simbolo del paese sconvolto appena ieri sera si è diffusa la notizia. Quel “non è possibile” è un’espressione ripetuta come un mantra “proprio perché – come afferma il sindaco Danilo Centrella – Lorenzo è di bravissima famiglia, stimata, conosciuta, di sani principi. E lui ne era il frutto migliore”.
Frequentava il secondo anno del liceo artistico “Frattini” e, come spiega il parroco, don Franco Trezzi, quest’estate si è impegnato come animatore dell’oratorio a Sant’Andrea. “Sempre presente, attento, sapeva ascoltare le esigenze degli amici più piccoli e nel frattempo con passione li guidava seguendo le regole che avevamo stabilito. Aveva seguito il solco della sorella, che già era stata attiva nell’ambito oratoriale”. “Sono intervenuto come medico – continua il sindaco – e nonostante l’impegno lodevole dei soccorritori mi sono subito reso conto della gravità della situazione”. Poi aggiunge: “Fa parte del programma di sicurezza del territorio della nuova amministrazione comunale il posizionamento di dissuasori e dossi lungo le vie, compresa quella in cui è avvenuto l’incidente, di fronte a Villa Ida”. Il primo cittadino riferisce che l’investitore era sconvolto, ripetendo che andava piano e che ha avuto un momento di distrazione.
Viene annullato lo spettacolo programmato in programma stasera al teatro della Soms di Caldana. L’amministrazione si incontrerà nel salone per un momento di raccoglimento in ricordo di Lorenzo a cui sono tutti invitati.
Federica Lucchini