Luvinate area Tinella
Al via i lavori di prolungamento del percorso pedonale nell’area del Tinella. Dopo l’annuncio della realizzazione del nuovo marciapiede in piazza Cacciatori delle Alpi, i cui lavori partiranno nelle prossime settimane, un secondo cantiere pubblico aprirà i battenti. Così ha
annunciato il sindaco Alessandro Boriani in una lettera inviata nei giorni scorsi a tutte le famiglie che abitano nei pressi del torrente.
“Nell’ottica della trasparenza e del coinvolgimento, abbiamo pensato di informare adeguatamente i nostri cittadini che vedranno fra qualche giorno operai e camion all’opera. In particolare – sottolinea il primo cittadino – si tratta di un intervento che ha lo scopo di rendere più fruibile ed attrattiva l’area del Tinella realizzata dalle precedenti amministrazioni. Il circuito pedonale che ad oggi si ferma a ridosso del torrente potrà infatti proseguire, uscendo circa alla metà di via Castello, quando la strada curva per poi scendere nella parte bassa di Luvinate. In questo modo, pedonalmente, si potrà attraversare una parte significativa di Luvinate, proprio lungo il Tinella che – sempre negli scorsi mesi – è stato interessato da importanti lavori di messa in sicurezza su uno dei versanti”. Lo Ster di Regione Lombardia infatti aveva provveduto alla sistemazione di argini ammalorati, con il rifacimento di diverse parti che corrono lungo l’area comunale.
“I lavori verranno realizzati con entrate extra che non graveranno sulle spese correnti del Comune. Si compirà così -termina Boriani – un nuovo passo verso quel progetto Monte-Lago che mira nel futuro ad unire pedonalmente il percorso 10 del Campo dei Fiori alla pista ciclabile del
Lago di Varese”. Il progetto sarà visionabile presso l’Ufficio Tecnico comunale previo
appuntamento.
Federica Lucchini
BARASSO GAMBIANI
“Non è né un progetto assistenzialistico né buonista: ha lo scopo di far raggiungere loro una reale autonomia per capire cosa intendano fare nel futuro, valorizzando la loro vita. Quindi ci impegniamo perché abbiano la possibilità di vivere non con un sussidio, ma grazie alle loro competenze”. Le parole del sindaco Antonio Braida, durante la firma del protocollo d’intesa riguardante il progetto di accoglienza e di integrazione di tre profughi provenienti dal Gambia alloggiati a Barasso, hanno inteso spiegare la finalità di questo patto di volontariato che vedrà i tre giovani occuparsi di attività in paese, acquisendo l’utilizzo della lingua italiana, relazionandosi con gli abitanti e nel contempo apprendendo delle competenze lavorative in un contesto comunitario. Alla stipula dell’accordo, che per il comune di Barasso ha la durata di un anno, erano presenti, per la parte amministrativa oltre il primo cittadino, il suo vice Mariella Macchi, l’assessore alla cultura Nicoletta Pizzato e il segretario comunale Fabio D’Aula per la parte dell’ente gestore – la Cooperativa “Lotta contro l’emerginazione” – il dottor Riccardo De Facci. I tre giovani gambiani, che hanno già presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale alla competente commissione territoriale, hanno seguito la procedura dell’accordo grazie alla presenza di un mediatore culturale. Presteranno dunque servizio di volontariato libero e gratuito in attività di pubblica utilità, privilegiando le ore di scuola al Centro Cpia di Varese. Nelle ore restanti lavoreranno per il comune collaborando con l’operatore ecologico nei lavori di manutenzione dei beni comunali, o svolgendo mansioni semplici di natura collaborativa, a favore degli uffici comunali. Dovranno inoltre dedicarsi all’apertura, alla chiusura e alla sorveglianza del parco pubblico della colonia elioterapica “Casa del Sole”. Collaboreranno con le associazioni locali nello svolgimento delle loro iniziative. Comunque, ogni loro attività passerà al vaglio del Comune.
Come ha spiegato Braida, la loro presenza in paese è stata preceduta da una segnalazione del Prefetto, Giorgio Zanzi, a seguito della quale è stato attivato il progetto. Soddisfazione è stata espressa sia dalla parte comunale, sia dalla parte della Cooperativa e sia dalla parte dei tre giovani, che, comunque, non hanno voluto raccontare la loro storia, che si presume essere di dolore.
Federica Lucchini