TARGA MARELLI Gavirate
Ha lasciato Gavirate nel 1974 al seguito del figlio don Luigi Crosta, divenuto allora parroco di Lonate Ceppino, e qui è morta nel 1981. Eppure, a più di quarant’anni, la figura di Luisa Marelli è ricordata con affetto dai “suoi” ragazzi, che non dimenticano i suoi gesti di generosità e la sua ricchezza umana. Da sabato 13 giugno alle ore 12, una targa verrà posizionata in suo ricordo all’interno del muro del cimitero. Loro saranno presenti, assieme al sindaco, Silvana Alberio, al parroco don Piero Visconti e a Luigi Barion, ideatore dell’iniziativa. Rivedranno la sua foto con accanto una rosa e la scritta: “In ricordo di Luisa Marelli – Bolladello, 2 novembre 1908 – Lonate Ceppino, 14 agosto 1981”. Hanno dedicato passione e cura Alberto Frigo ed Enrico Brunella nel voler rappresentare il significato di questa targa, che ricorda anni felici per i ragazzi che nell’arco di due decenni, hanno avuto l’attenzione di questa figura generosa e a disposizione di tutti. Lavoratrice instancabile, d’accordo con il figlio, don Luigi, e il marito teneva aperta la casa giorno e notte per chiunque avesse bisogno. Attenta, intelligente, sapeva guardare negli occhi e se capiva che un ragazzo stava bigiando la scuola, era la prima a chiamarlo perché non stesse in giro a fare niente, entrasse a casa sua nel soggiorno e si intrattenesse, magari gustando un panino. Nella fredda cantina, tutti i lunedì mattina, lavava a mano le maglie dei giocatori dell’Audax, poi la domenica prima della partita preparava pentoloni di tè per i giocatori. Quando c’erano le gite organizzate dall’oratorio don Luigi partiva con una zaino supercarico: mamma Luisa sapeva che sarebbe ritornato vuoto. Anche chi aveva poco da mangiare, per quel giorno si sarebbe saziato. Gesti semplici, di grande umanità, compiuti nel silenzio di chi sa amare senza farsi vedere.
Federica Lucchini
BESOZZO SCUOLA MUSICA
– “In ricordo di Isa”. Ci sono figure così costruttive per una comunità che la loro memoria non viene scalfita dal passare del tempo. Anzi! Isabella Pellegrini, fondatrice e prima direttrice della Scuola Civica di Musica di Besozzo, è tra queste: a un anno dalla scomparsa presenza viva non solo nei ricordi ma nell’esempio e nella dedizione con cui si persegue un obiettivo. Venerdì 12 giugno alle 21 in sala mostre del comune, si celebrerà la sua figura, durante il concerto di fine anno. Concerto che ha visto la sinergia della scuola, dell’amministrazione comunale e dell’associazione “Auser Besozzo Insieme” considerato il particolare significato della serata, in corrispondenza del Trentennale della scuola Dopo l’apertura dell’orchestra degli allievi, grande esempio di collaborazione e condivisione tra le diverse scuole di musica dirette dal mastro Marco Aceti, e dei solisti della scuola di Besozzo, interverrà l’amministrazione per consegnare alla scuola la targa intitolata ad Isabella che verrà esposta presso la sede della scuola, il direttore Aceti per illustrare la storia della scuola e l’impegno professionale di Isabella, e l’associazione per ricordare Isabella come amica e insegnante.
“Sono moltissimi i besozzesi – e non solo – a ricordarla con grande affetto e nostalgia – afferma il vicesindaco Tiziano Pedroni – Isabella è una delle figure più note del nostro comune, sia per la competenza educativa sia per il coraggio mostrato nel fondare una scuola in tempi sordi all’educazione musicale. Se oggi abbiamo l’onore di ospitare sul nostro territorio comunale una scuola di musica all’avanguardia e dall’alto profilo educativo, dobbiamo dire grazie a lei e alla sua perseveranza. Il suo entusiasmo contagioso stimolava tanti ragazzi ad avvicinarsi alla musica “seria”, sradicando il preconcetto che questo genere musicale fosse un privilegio solo per pochi”. “Per i docenti della mia generazione – allora tutti alunni – Isabella divenne punto di riferimento per noi e non solo – ricorda Aceti – il Provveditore agli Studi di Varese e i suoi funzionari la consideravano una delle insegnanti di educazione musicale più all’avanguardia e più aggiornate d’Italia. Fu grazie a persone come lei che il governo italiano comprese l’importanza di istituire l’educazione musicale obbligatoria nelle scuole”. “Ricordo la dolcezza con cui sapeva guidare i piccoli verso le gioie di fare musica – spiega Angela Fiegna, membro del direttivo Auser – Le sue lezioni erano lontanissime dai canoni tradizionali o, per lo meno, dalle rigide impostazioni della pratica musicale di altri tempi. Era davvero speciale l’atmosfera che si respirava nella “sua” scuola”.
Federica Lucchini