Chi ha vissuto per molto tempo nella scuola ne conosce i bisogni, le necessità, la vocazione, il ruolo fondamentale che occupa nell’educazione e nella formazione di cittadini capaci di affrontare con onestà e coraggio le chiamate della società civile e della vita in generale. La scuola è il momento in cui l’essere umano impara a guardarsi dentro, a stabilire nuove relazioni e nuove corrispondenze, a ritagliarsi una fetta di autonomia che gli permetta di osservare il mondo con occhio critico, capace di giudizi personali, frutto di maturazioni in cui convergono i consigli, i suggerimenti e le abilità di chi è preposto a mediare tra l’apprendimento culturale e la sua attuazione pratica. La scuola ha svolto e continua a svolgere un ruolo di primo piano nel sistema educativo nazionale, ruolo che si conferma nel suo essere forza d’integrazione, di assimilazione, di evoluzione morale, sociale, professionale e culturale. La scuola è l’unica, vera, arma democratica, quella che crea umanità e solidarietà, sensibilità e sviluppo sociale, è la molla che permette alla storia umana di ricompattarsi ogniqualvolta dimentica il suo ruolo guida nella società, la sua capacità di riconfigurare e ridefinire, aprendo la via a nuovi approdi. Uno dei limiti della scuola è la scarsissima attenzione che le istituzioni le riservano e lo si vede a occhio nudo, osservandone da vicino lo stato fisico: scuole prive delle più elementari norme di sicurezza, scuole obsolete, fatiscenti, inadatte a contenere l’esuberanza giovanile, scuole vecchie, ampiamente superate da un sistema educativo che ha bisogno di spazi, di luoghi idonei per ospitare le attività degli alunni, dove sia possibile sviluppare interessanti iniziative legate all’ educazione. Viviamo in un tempo in cui spesso le scuole non sono dove e come dovrebbero essere o vengono addirittura usate come altro rispetto ai loro scopi e alle loro finalità. La scarsissima attenzione verso la scuola come struttura fisica ne ha quasi sempre caratterizzato la storia, fatta spesso di indifferenze, dimenticanze, trascuratezze, abbandoni e di una plateale disattenzione da parte di chi avrebbe dovuto tutelarne e promuoverne la forza educativa e quella formativa. Si è spesso sentita la mancanza di una scuola inserita in un ambiente idoneo, che favorisse le attività dei ragazzi, il loro desiderio di spazio, la loro voglia di vivere adeguatamente i mille impulsi che una scuola attiva sa sollecitare e indirizzare. Quante volte i docenti hanno lamentato la mancanza di laboratori, di sale multifunzionali, di spazi in cui creare l’attenzione pratica alla cultura, quella che si lega alle attività manuali e a quelle creative, quante volte la politica ha preferito inseguire e rattoppare invece di adottare una visione ampia delle innovazioni e dei cambiamenti, quante volte si sono viste scuole con spazi invivibili, bagni inadeguati, crepe sui muri, spazi irrisolti, quante volte diventava impossibile aprire le finestre e far entrare l’aria pura della primavera, a causa dei gas di scarico delle macchine e dei camion, quante volte i ragazzi avrebbero voluto fare un bagno di verde, invece di rimanere quattro ore di fila ancorati a spiegazioni, letture, interrogazioni, quante volte la scuola ha messo in luce i propri limiti educativi, la propria incapacità di essere o di diventare quello che avrebbe voluto per colpa di disattenzioni della classe politica o a causa di regolamenti interni spesso privi di una significativa visibilità educante. Aiutare la scuola a essere scuola significa prima di tutto e soprattutto amarla, capire che è nella scuola e grazie alla scuola che i giovani imparano il valore umano della conoscenza, dell’ordine e della disciplina, della volontà di fare bene, di apprendere e migliorare la propria condizione e quella della comunità nella quale vivono. Aiutare la scuola a essere della scuola significa prima di tutto avere ben chiaro il valore stesso della scuola, ciò che è e ciò che rappresenta, l’importanza che riveste nella definizione di una società che vuole cambiare, dimostrando i propri talenti e le proprie risorse. Aiutare la scuola significa riconoscerne e rispettarne il valore educativo e quello formativo, la capacità di saper preparare cittadini pronti a sostenere il confronto con un mondo in rapida evoluzione. Aiutare la scuola significa assegnarle quell’ identità che è solo dei docenti e degli alunni, evitando, nei limiti del possibile, di trasformarla in qualcosa che non le appartiene.