“Gli altri mi fanno essere quello che sono, sono il mio specchio esistenziale”. E’ nel Dna di Giuseppe (Pippo) Musumeci, 85 anni, professore di Lettere per una vita, laureato in Giurisprudenza e memoria storica di Laveno, vivere volto verso la comunità. E’ un ascoltatore prezioso con quell’attenzione profonda che gli permette di assaporare l’empatia con le persone, entrando in punta di piedi nel loro animo. Una vita, la sua, trascorsa a tessere fili di amicizie mai interrotte, a moltiplicarle, a stimolarle e a trovare la meraviglia in ogni persona. Nelle pagine del “Cunta su – Cronache vostre”, periodico lavenese, fondato nel 1982 e lui tra i fondatori, hanno trovato il giusto spazio tanti lavenesi con i loro hobby, le loro storie. Anche quelli che credevano di avere poco da raccontare hanno visto valorizzato il loro vissuto. Era lui, con i suoi collaboratori, che li metteva al centro, facendoli sentire importanti, appunto perché persone portatrici di valori. Non c’è aspetto storico di Laveno e dintorni che non abbia sviscerato, frequentando per una vita gli archivi. Alcuni dei tanti libri da lui scritti hanno richiesto anni e anni di lavoro. Pochi paesi hanno il privilegio di avere a disposizione una quantità di testi che parlino del loro passato remoto o recente, ma Laveno sì, grazie a lui, siciliano di Lentini, che non ama primeggiare, ma è il primo a offrire il piacere della ricerca ad altri e ad organizzare manifestazioni dove portare il suo apporto alla cultura. L’amore nei confronti della comunità ora ha in riserbo un dono grande, unico, esclusivamente a sue spese: una biblioteca archivio a disposizione di tutti, che sta prendendo forma in un ex-mobilificio in via Fortino n. 2. “Il mio scopo è anche offrire una sede a quegli enti che non possono pagare l’affitto”, spiega. Così in un locale arredato con scaffalature che piano piano si stanno riempendo di documenti storici, ha già trovato spazio l’Anpi, Il gruppo di Ricerca Storica da lui fondato, l’associazione “Laveno Eventi”. E poi c’è il suo amore per i libri che risale all’infanzia e che l’ha condotto ad avere una biblioteca di ben 13mila volumi. Fra quelli scritti da lui ce n’è uno che sintetizza tutta la passione, fin dal titolo “rubato” a Petrarca: “Non riesco a saziarmi di libri”. Tra le pagine, emerge il suo rovello, che hanno provato altri scrittori ed intellettuali: dopo aver trascorso una vita intera a nutrirsi di carta non si vuole che un simile patrimonio si disperda in tanti rivoli. E’ molto lungo elencare la ricchezza che viene messa a disposizione: decine di annate di quotidiani, riviste, documenti di archivi, donati da famiglie estinte, che sapevano di trovare in Musumeci un custode sicuro, manifesti, mappe del territorio lavenese, disegni prodotti dalla Scuola di Disegno della Società Operaia. Solo per citarne alcuni. Così uno spazio verrà dedicato a loro, collegato alla Biblioteca di Laveno. Dentro questo patrimonio c’è un lavoro certosino: quello della schedatura, già cominciata anni fa e che richiede una pazienza infinita. Pazienza che a li non manca: ora che la vita l’ha colpito con un fendente alle spalle, perdendo prematuramente la figlia, c’è un ulteriore motivo forte perché il suo dono venga concretizzato. Accanto alla porta una targa: “biblioteca archivio Dania Musumeci”. Per perpetrarne la memoria. Perché il cerchio si chiuda nello spirito dell’iniziativa, non si possono non citare e i nomi di chi con le proprie braccia e forte impegno ha fatto sì che la realtà prendesse piede: Giuseppe Maranghi, Umberto Bicelli, Fabrizio Roi, Massimo Baldini, Denis Musumeci, Samuele Arcangioli.
Federica Lucchini