Organizzata dal gruppo di Varese della sezione di “Religions for peace”, ha rappresentato un momento vivace per la città, caratterizzato dal suono dei tamburi, dagli striscioni arcobaleno, dai colori, dai costumi tipici indossati da molti partecipanti, dalle piume colorate della pace che ognuno portava addosso. “Cercate ciò che vi unisce”. Questa la scritta che ieri ha aperto la settima marcia interreligiosa della pace, che si è snodata per le vie del centro, partendo dai giardini estensi. Folta la partecipazione dei rappresentanti di tante religioni e di cittadini uniti attorno alla cultura del dialogo. Un momento gioioso proseguito con sette tappe all’interno dei giardini scandendo il valore del dialogo a partire dal rappresentante della comunità ebraica di Lugano il quale ha sottolineato quanto il patrimonio spirituale che unisce ebrei, cristiani e musulmani sia tanto grande. “Non c’è motivo, dunque, di non promuovere e raccomandare la mutua conoscenza e stima per raggiungere lo stesso fine: il godimento e lo sviluppo per tutti di questo immenso tesoro comune”. “Il dialogo è una caratteristica divina -ha evidenziato il rappresentante rumeno-ortodosso che ha parlato in nome delle chiese cristiane (battista, cattolica, luterana, metodista, ortodossa)- E’ la modalità che ha trasmesso la parola del Signore basato sul messaggio d’amore per il prossimo, sulla comprensione e sulla tolleranza. E la chiave del cuore che apre le porte dell’anima”. Anche la comunità islamica di Varese ha posto l’accento sul valore della ricchezza rappresentata dalla diversità e sulle buone opere che possono essere incoraggiate da un dialogo costruttivo. “Dio -ha continuato Houda Latrec- afferma l’importanza di conservare i luoghi di preghiera delle varie confessioni perché lì viene venerato il suo nome e si riuniscono in pace gli uomini”. Anche il gruppo buddista Soka Gakkai di Varese ha rivolto l’invito a creare dialoghi basati sul rispetto degli altri al di là di qualsiasi differenza, costruendo così arcobaleni di pace e la coesistenza per il futuro del nostro mondo. Il rappresentante dei sikh ha rivolto l’attenzione a Dio, che rappresenta la verità: “creatore di tutto, indipendente dal tempo, privo di nascita e di morte, nato da se stesso, presente prima dell’esistenza dell’universo”. La comunità Baha’i di Varese ha rivolto l’interesse verso la salvaguardia degli interessi dell’umanità per svilupparne l’unità e accrescerne lo spirito d’amore e la fraternità tra gli uomini”. “Nel rapporto tra le fedi diversi sono i linguaggi, i metodi, i percorsi -ha affermato il rappresentante dell’unione induista italiana- ma l’aspirazione di ogni religione è la ricerca di Dio, vetta di questa montagna che stiamo salendo lungo sentieri diversi, ma che portano ad un’unica meta. Nell’assenza di presunzione che la propria sia la sola strada verso la verità sta la radice del dialogo”. Il “biscione” costituito dai partecipanti è sceso con i suoi colori verso la fontana centrale per la preghiera comune ed assistere allo spettacolo dal titolo “Siamo tutti collegati, nel noi è racchiusa l’intera umanità. Nessuno escluso”, realizzato dal gruppo artistico di Religions for peace. In esso, tutti i legami che avvingono l’uomo vengono sciolti dal respiro dei bambini che rappresentano la vitalità e il futuro di pace.
Federica Lucchini