“Il ricordo per imparare a guardare in avanti”: sta nelle parole nelle parole del parroco, don Maurizio Cantù, il significato della cerimonia avvenuta ieri in via Maggioni con l’arricchimento dell’albero della riconoscenza, struttura artistica, che ha la finalità ogni anno di fare memoria di gaviratesi che hanno dato prestigio alla comunità. “Ringrazio l’amministrazione comunale, l’associazione “L’albero della riconoscenza”, che hanno organizzato questo momento, ringrazio voi presenti, ma soprattutto ringrazio il maestro Cesare Columbaro e i fratelli Cornelio e Luigi Rovera a cui è stata dedicata la nuova foglia”, ha affermato Enrico Brunella, assessore alla cultura. “Tre figure vissute in epoche diverse: due che rischierebbero di finire dimenticate in quanto vissute all’inizio del secolo scorso, l’altra, che ha allietato l’intelligenza di molti bambini che ancora oggi gli sono riconoscenti”, ha spiegato Luigi Roberto Barion, ideatore di tutto il progetto. Presenti le figlie del maestro Columbaro che assieme a Maurizio Danelli, in rappresentanza dei fratelli Rovera, hanno scoperto le foglie, che si aggiungono a quelle già intitolate al parroco, don Ottavio Pellegatta e a Domenico Bernacchi, fondatore della casa di riposo omonima. Riconoscenza si deve ai due fratelli che, emigrati in Sudamerica nel XIX secolo, decisero di condividere parte dei loro guadagni con la comunità natale di Oltrona al Lago. Ancora oggi le lezioni dei bambini della scuola materna “Santina Rovera”, la loro madre, sono rese possibili, grazie all’edificio costruito nel 1907, secondo i più moderni criteri dell’epoca (ora ristrutturato), su un terreno acquistato appositamente dai due benefattori migranti. In particolare Cornelio, di cui una via porta il nome, istituì anche un fondo per mettere a disposizione dell’ospedale di Varese un letto per assistere le persone non abbienti di Oltrona. Erano presenti alunni del maestro Columbaro (Città Sant’Angelo in provincia di Pescara il18 aprile 1914 – Gavirate 17 ottobre 2006), che crebbe diverse generazioni di ragazzi. Severo e generoso, si dedicò con grande entusiasmo al Patronato Scolastico, la cui opera era rivolta ad alunni in difficoltà economica. Numerose le autorità civili e militari presenti tra il pubblico. La cerimonia è terminata sulle note di “Danny Boy”, suonato da un trombettista.
Federica Lucchini