“Ho seguito la vicenda di Deborah Iori, che oggi, in occasione della visita al polo vaccinale, ho voluto conoscere personalmente per esternarle la mia vicinanza. La sua è stata una battaglia di diritto”. Ieri all’ingresso del presidio ospedaliero, Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali della Lombardia, ha incontrato la mamma, accompagnata dal marito, appena tornata domenica scorsa da una clinica di Dallas, il solo centro al mondo che possa curare il suo caso, unico all’interno di una già rara patologia genetica. Questo ennesimo viaggio oltreoceano ha visto una pressante richiesta di Deborah rivolta ai dirigenti dell’ATS Insubria per ottenere un volo sanitario che le permettesse di continuare a vivere. “L’impegno della Regione per quanto riguarda la sanità pubblica è centrale, riconoscendola come valore universale -ha spiegato l’amministratore- Sarebbe, però, necessaria una piena autonomia regionale in quanto l’eccesso di burocrazia è inaccettabile e sottrae tempo prezioso alla salute dei pazienti”. “Mi auguro che non debba continuare questa battaglia logorante contro la burocrazia -ha spiegato Deborah- ma dedicarmi alla mia salute, avendo un bagaglio importante di terapie: 100 pastiglie al giorno con 13 iniezioni sottocutanee, 3 flebo settimanali e due intramuscolo. Medicinali prescrivibili e reperibili solo negli USA e calcolati fino al 13 novembre, giorno del prossimo ricovero. Sto molto meglio. Certo che il ritardo del ricovero ha aggravato il mio quadro clinico, richiedendo un aumento della terapia e compromettendo in modo irreversibile alcuni organi”. Deborah ha rivolto parole di gratitudine al suo “angelo custode”, Alessandra Locatelli, che già prima del suo insediamento ad assessore alle politiche sociali della Regione, si era messa all’opera, alla giunta regionale, alle istituzioni, al Policlinico di Milano. “Non mi fermerò”, ha concluso già preparandosi per il prossimo viaggio.
Federica Lucchini