Cercare a Cazzago Brabbia un cittadino che non sia favorevole al Ministro Giancarlo Giorgetti, soprattutto in questo momento di attrito con il segretario della Lega Matteo Salvini, è come cercare un ago in un pagliaio. C’è come un muro di protezione nel voler custodire un figlio le cui radici affondano da tempo immemore nella storia del paese e la cui vita è intessuta saldamente nella comunità. “Cazzago è con lui”, spiega il sindaco Emilio Magni. “Molto più saggio di Salvini, più posato e più efficace”, aggiunge la scrittrice e insegnante Rossella Orsenigo. “E’ un politico lungimirante -rincalza il primo cittadino- Guarda al futuro per il bene del Paese. Non è un politicante che guarda solo all’immediato”. “Di lui ci si può fidare”: è un refrain. Quell’essere meno incline alla propaganda, riservato ma pronto al confronto pacato e alla discussione nell’ottica di scelte sempre concrete viene evidenziato dall’ex sindaco Massimo Nicora. “A Roma -evidenzia l’amico Gianfranco Bianchi- si porta appreso le sue consolidate caratteristiche, unite a un pragmatismo non di facciata che lo fanno apprezzare, in ogni schieramento, da coloro che sanno anteporre alle motivazioni personali e di gruppo, la ragione”. “Chi lo conosce, lo stima così profondamente, che va al di là della politica”, interviene la Orsenigo. Curioso il paese di Cazzago, dove abita un Ministro leghista, ma è amministrato da una lista civica e “dove non c’è un interlocutore leghista”, afferma Magni. Commissario della sezione leghista di Biandronno è il fratello di Giorgetti, Pino, che, interpellato, non rilascia nessuna dichiarazione. La sua posizione è molto delicata e soprattutto deve stare attento a parlare -spiega- in quanto le sue parole possono essere fraintese. A Cazzago c’è la sede provinciale amministrativa della Lega, in via Marconi, di fronte alla cappelletta della Madonnina, ma non vi è nessuna insegna e passa totalmente inosservata. Dunque un figlio della Lega (il Ministro è stato sindaco leghista dal 1994 al 1999) che vive in un paese dove oggi il suo partito è ininfluente. Qui tutti lo conoscono. Sanno che quando arriva, si toglie gli abiti da Ministro e diventa un cazzaghese, e il “ciao” è il saluto più naturale. E torna ad essere quello che tutti conoscono: un “ragazzo”, così lo definiscono, benvoluto da tutti con i jeans, la maglietta, “che prende il sole in barca da solo”, spiega il pescatore Luigi Giorgetti, detto “Negus”. “Oppure lo si può incontrare nei sentieri di Cazzago o al cimitero. Non si perde un funerale, quando è a casa”, continua il sindaco. Cazzago è la sua quotidianità, “il suo ossigeno”. Bianchi e Renato Volonteri rivolgono l’attenzione al suo culto per san Carlo. Per il Ministro è stato un dispiacere non poter essere presente alla messa solenne il 4 novembre, giorno del suo compleanno, nella chiesa parrocchiale di san Carlo. Ai giornalisti a Roma che cercavano di avere sue dichiarazioni in merito a quella che è stata definita una resa dei conti all’interno della Lega ha risposto sorridente “Oggi è san Carlo, la festa del mio paese!”. “Ci è mancata la sua voce nel giorno delle festa -spiega Volonteri- E’ tradizione sentirlo cantare il ritornello dell’inno al santo con la sua voce potente. Gli ho inviato gli auguri via Whatsapp e lui come risposta mi ha inviato il testo dell’inno per sottolineare il legame”. Sempre a messa la domenica, con la mamma si siede nella navata attigua alla cappella del santo, e non è infrequente che legga il salmo o le letture. Da giovane è stato attivo nella compagnia teatrale “La dialettale cazzaghese”, diretta dall’Orsenigo. C’è un episodio toccante, raccontato da Mariangela Bossi, sorella di Daniele, il pescatore annegato nel dicembre 2019 nelle acque del lago. Rivela la relazione profonda, istaurata da una vita tra due figli coscritti di pescatori: Giancarlo, figlio di Natale, lo storico presidente della Cooperativa Pescatori del Lago di Varese, Daniele, figlio del Carlìn del Pizz. Una di quelle amicizie che permeano uno stile di vita, silenzioso, ascoltatore. Recentemente è stato proposto un pranzo tra coscritti. Giancarlo è intervenuto: “No, è troppo presto!”. Bianchi rilascia parole di gratitudine nei confronti del Ministro: “Presente in modo discreto nel tessuto della comunità, la sua mano di “sente” ovunque, anche se la connaturata modestia ne minimizza l’azione”.
Federica Lucchini