La celebrazione dell’anno santo passionista, che coincide con 300 anni dalla fondazione dell’ordine, presso il santuario della Madonna del Sasso è iniziato con la vestizione di tre novizi, due italiani, Marco ed Emmanuele, e uno portoghese, Joao. La solenne cerimonia, alla presenza del sindaco Nicola Tardugno, in fascia tricolore che ha portato l’augurio per la loro missione e la vicinanza di tutta la comunità, è stata presieduta da padre Marco Panzeri, maestro dei novizi e superiore della casa di esercizi di Caravate: i giovani, in un età compresa tra i 21 e i 34 anni, che hanno vissuto già esperienze significative, hanno indossato il tradizionale abito nero e la cintura, caratteristici dell’ordine, e “simboli del carisma della vita nuova”, spiega padre Marcello, da anni presente nel convento. Inginocchiandosi davanti al celebrante con la croce appoggiata sulla spalla, hanno dato inizio a questa esperienza che terminerà a metà settembre con la professione dei voti, durante la quale riceveranno il simbolo passionista per eccellenza, cioé il cuore, raffigurante la croce. Tutti e tre hanno studiato per due anni filosofia: dopo questo anno di immersione nella vita passionista, caratterizzata da una vita all’insegna della povertà, della castità e dell’obbedienza, completeranno gli studi di teologia.
Interessante è conoscere l’esperienza precedente vissuta dai tre novizi: Joao Rabelo, già da piccolo, ha sentito il desiderio della vita religiosa. La vicinanza del seminario portoghese di Santa Maria da Feira ha fatto sì che questo desiderio si incanalasse. Certo, non sono mancate le difficoltà, soprattutto presso la facoltà di teologia di Lisbona, al punto che ha avuto necessità di “un tempo di pace interiore”, spiega, foriera, però, di un deciso impulso a continuare nella strada scelta. Proviene dalla casa religiosa di Barroselas a Braga. Emmanuele Rastelli di Teramo ha vissuto dapprima l’esperienza dei focolarini, ma è stato in un pellegrinaggio ad Assisi che “si è sentito amato”, spiega. Ed è cominciato a sentire come un “tarlo” che ha cercato di allontanare, ma la guida di un padre passionista a Medjugorje è stata determinante nella sua scelta di frequentare due anni di postulato nel convento di Morrovalle, da cui proviene.
Il percorso di Marco è stato caratterizzato da “un vuoto, un non senso in ciò che facevo”, afferma, in una vita dove erano importanti abiti firmati, cure estetiche, la discoteca, il sesso. Poi la depressione e un lutto famigliare hanno fatto sì che rispolverasse gli insegnamenti dei genitori. E’ stato presso il convento passionista di sant’Eutizio (Viterbo) che si è risentito amato, per rinsaldarsi nella fede a Medjugorje.
La vestizione è stato un momento significativo per tutta la comunità passionista che funge da centro spirituale per la nostra terra ed è sede, dal mese di settembre, del noviziato della Provincia che corrisponde per i padri all’Italia, alla Francia e al Portogallo. Prima, questa funzione era svolta presso il convento, fondato da san Paolo della Croce, iniziatore dell’ordine, sul monte Argentario dove visse dal 1737 al 1744. Il “giubileo passionista” è stato aperto ufficialmente a Roma presso la basilica di san Giovanni e Paolo e terminerà il primo gennaio 2022.
Federica Lucchini