A 91 ANNI, GIANFRANCO CAPORALI, MAESTRO EBANISTA E NOTO FALEGNAME DI CITTIGLIO E’ ANCORA PRESENTE NEL LABORATORIO DELLA SUA FAMOSA BOTTEGA, INSIEME AL GENERO ULISES ESTRADA, UN’ACCOPPIATA VINCENTE NEL MAGICO MONDO DEL LEGNO.
di felice magnani
Gianfranco Caporali appoggiato alla sua fisarmonica, sotto lo sguardo di Paolo
E’ davvero incredibile come amore e lavoro siano strettamente collegati, per capirlo in modo concreto bisogna essere fortunati. La fortuna, però, non arriva mai per caso, bisogna cercarla, andarle incontro, dimostrandole che tutto ha una sua storia, un’ origine e un divenire. C’è un senso profondo che anima l’esperienza delle persone, il problema è che in molti casi non riusciamo ad afferrarlo, non per mancanza di capacità intellettuale, ma per una strana forma di superficialità che ci impedisce di andare un pochino sempre più a fondo, per mettere insieme quei brandelli di verità sparsi un po’ ovunque nella nostra storia personale, in attesa che la coscienza li convochi per consentire loro di definirsi e determinarsi. Quando mi capita di entrare nella Bottega di Gianfranco Caporali non posso non lasciarmi sorprendere da tutto quello che vedo, che osservo e che sento. In primo luogo c’è lui, quell’intramontabile maestro ebanista che con gli occhialini da vista appuntati sulla gobba del naso, intabarrato nella sua tuta blu, con il suo passo lento e misurato, con quello sguardo indagatore che t’impone di guardarti dentro, per capire se sei pronto a ricevere quella meravigliosa dose di racconti di vita vissuta che ti vuole comunicare. Nella Bottega gli spazi si sovrappongono, occupati in ogni parte dalle preziosità lignee del maestro, dove tarsie davvero uniche per armonia ed eleganza di forme orientano la curiosità. Nella varietà di forme scolpite c’è la sua storia, quella personale e quella familiare, in parte allegra e piacevole, ma anche drammatica, legata alla morte precoce del figlio Paolo, vittima di un incidente. La Bottega si presta a una ricca varietà di riflessioni, si possono trovare preziosità lignee che fanno parte degli inizi di una carriera brillante, oppure forme iniziate e non ancora terminate, attorno alle quali aleggia ancora puntuale la fantasia del maestro. Un po’ ovunque s’incontrano foglietti di carta con disegni abbozzati, pronti per essere realizzati. Le bellissime e comode poltrone in legno della Bottega e del laboratorio le ho conosciute strada facendo. Gianfranco mi fa sedere ogni volta in angoli diversi, come se la narrazione del momento avesse bisogno di una luce particolare. Capita spesso di trovarmi amabilmente osservato dal viso di Paolo, dai componenti del nucleo familiare, dai visi sorridenti di Cochi e Renato, dallo sguardo dolcissimo di una madonnina o dalle storiche fisarmoniche con le quali Gianfranco Caporali rallegrava le serate degli amanti del ballo in Svizzera o nei paesi delle nostre valli. Fisarmoniche dalle forme aggraziate e suggestive, appoggiate su mensole abilmente decorate, che parlano di aie e di corti,di balere e di sale da ballo, suonate da un artista eclettico, capace di dare spazio a quell’armonia musicale nata e cresciuta all’ombra di una vocazione che ha radici lontane. A 91 anni è ancora lì, nelle penombre del suo laboratorio, che condivide con l’amatissimo genero, quel Ulises Estrada che lavora con grande cura sotto lo sguardo vigile e paterno di Gianfranco. Un genero di origine messicana, figlio di una ultracentenaria tradizione artigianale, che continua con amore e passione nella Bottega di uno dei più bravi ebanisti e falegnami della zona. Un binomio di valori raccolti con grande impegno, in carriere dominate dalla duttile e armoniosa ospitalità del legno. Con il lavoro e i racconti di Gianfranco e di Ulises la Bottega si rianima, prende forma, regala momenti di pura passione artigianale, predisponendo l’animo a incontrare ogni giorno la meravigliosa magia del legno. Con il legno, qualsiasi tipo di legno, l’amore è a prima vista. Nella produzione se ne trovano un po’ di tutte le qualità, da quelli tipici delle nostre zone a quelli arrivati da boschi e foreste lontani, dove i profumi si mescolano con i colori, i suoni e gli odori di altre civiltà. Si possono trovare il noce, il castagno, il frassino, l’abete, legni pregiati e legni dismessi, legni dalle venature profonde, capaci di regalare suggestioni lontane, legni ricchi e legni poveri, legni lavorati da mani esperte, capaci sempre di trasformare, di imprimere e di dimostrare che dall’impegno del cuore e delle mani possono uscire capolavori di autentica rarità e bellezza.
Ulises Estrada al lavoro nella Bottega/Laboratorio di Gianfranco Caporali
Una mattina nella bottega di Gianfranco Caporali di Felice Magnani