Cocquio Trevisago, 17/04/2021 (h.14:00)
6° bollettino dall’«isolamento domiciliare»
Carissimi tutti, continuerò ad inviarvi queste brevi e semplici riflessioni evangeliche fino a quando rimarrò in “isolamento domiciliare”. Spero di tornare presto libero come “uccel di bosco”!
Anzitutto una citazione di S. Paolo che mi ha colpito: «Ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,3-5).
Ieri l’emorroissa ci ha insegnato alla grande la forza della FEDE che fa breccia nel cuore di Dio. Oggi un’altra donna eccezionale – sconosciuta – ci insegna alla grande la forza della PREGHIERA insistente, coraggiosa, inarrestabile, temeraria! Leggiamo la versione di Matteo 15,21-28.
Gesù è ben cosciente dei limiti della missione che il Padre gli ha affidato nella fase pre-pasquale: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Saranno gli Apostoli che – dopo la Pasqua e dopo la Pentecoste – avranno il compito di oltrepassare tutti i confini di tempo e spazio: «Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8). «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20).
Bene! Nella fase pre-pasquale della sua missione capita un giorno a Gesù di sconfinare oltre il territorio di Israele e si avventura («si ritirò…» … è molto interessante questo desiderio di Gesù di “ritirarsi” spesso…) nella zona pagana (fenicia) di Tiro e Sidone. Qui gli si avventa contro una donna una donna cananea di cui non ci viene riportato il nome, che veniva da quella regione e che si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio!». Gesù è proprio destinato a non trovare mai un po’ di pace e di tranquillità. Ovunque vada lo riconoscono subito (lo chiama “figlio di Davide”) e corrono tutti da lui a riversargli addosso i loro problemi! Qui ci sono in gioco addirittura delle forze oscure preternaturali: il demonio (dal greco daimon, “genio”, naturalmente del male e dell’oscurità!).
Il vangelo ci sconcerta un po’ perché ci dice che «Egli non le rivolse neppure una parola» nonostante quella andava dietro Gesù gridando forte e nonostante i suoi discepoli lo imploravano di esaudirla!
Voi pensate forse che quella donna si sia scoraggiata? Il bisogno che aveva era troppo impellente! Si trattava della sua figlioletta! Infatti, non si scompone minimamente, gli si avvicina ulteriormente e si prostra dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Immaginiamoci con che sguardo, con che accoratezza gli avrà sussurrato questa invocazione – ormai non ha più bisogno di urlare… capisce che sta entrando nel cuore di Gesù!
Ma Gesù è ligio agli ordini impartitigli da Padre… e resiste ancora una volta con una frase che avrebbe scoraggiato chiunque: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Figli versus cagnolini…
Ma la tenacia di quella donna supera ogni resistenza e fa crollare il cuore di Gesù: «È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Capite, si accontenta delle briciole! E invece ottiene cibo in abbondanza, perché il cuore di Gesù non può più fare resistenza. Gesù riconosce che il cuore di quella donna è un cuore da “figlia” e non da estranea! E così viene anticipata la partecipazione post-pasquale di tutti gli uomini alla salvezza dei Figli di Dio. «Donna (la stessa parola che aveva rivolto dalla croce a sua Madre), grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita!
«In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica» (Ef 6,18). «Perseverate nella preghiera e vegliate in essa» (Col 4,2). «Pregate ininterrottamente (1Ts 5,17)» … «giorno e notte» (1Tm 5,5).
Commentando la parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai (quella del giudice iniquo e della vedova importuna di Lc 18,1-8), don Giussani scrive queste magnifiche parole: «La condizione per ottenere da Dio le cose buone e giuste che gli chiediamo è la perseveranza, cioè occorre chiedere senza stancarsi mai. Se uno dicesse: “Io domando a Dio cento volte, e se dopo questo non mi fa la grazia, non gliela chiedo più” , vorrebbe dire che non domanda veramente, cioè non si abbandona veramente, ma impone a Dio delle condizioni, cioè pretende da Dio. Se uno è capace di far qualcosa, e vede l’amico che glielo domanda un po’ scettico e senza fiducia, i casi sono due: o l’altro non lo sente veramente amico, o l’altro è persuaso che l’amico non sia capace di farlo. In tutti e due i casi sarebbe un’offesa. Ora, Dio non solo è capace, perché è onnipotente, ma vuole fare per noi tutto il bene che desideriamo. Se sembra che non ci ascolti, è solo per educarci ad avere veramente fiducia in Lui: Egli sa se quel che domandiamo è bene, e sa anche quando è bene esaudirci. Noi possiamo anche chiedergli delle cose che ci sembrano buone, ma il Signore, che vede tutto, può capire che non sarebbero buone, oppure che c’è per noi qualcosa di diverso e di più buono ancora. Insistere nel domandare a Dio le cose che ci sembrano giuste e buone ottiene sempre qualcosa di bello e di grande per la nostra vita: o quello che immaginiamo noi o quello che sa Dio (che è il “top dei top” ndr.)».
Vostro
don Fabio