Il pubblico ascolta in silenzio Marita Viola che legge e canta. Le parole sono semplici, i temi quotidiani, eppure quanta forza d’animo in questo breve epistolario, testimone di una comune storia di emigrazione fra ottocento e novecento! Le fatiche, le rinunce, le difficoltà non hanno mai il sopravvento. La vita è dura, la lontananza insopportabile, eppure quanta solidarietà, quanto amorevole sostegno e incoraggiamento rendono saldo il legame fra Luigi e Marta! C’è la consapevolezza di un destino ineluttabile contro il quale bisogna combattere uniti per non essere sconfitti, ma c’è soprattutto la speranza, la consolante certezza di un affetto profondo a rendere sopportabile l’attesa. La partecipazione del pubblico è intensa. L’emozione assale il cuore, diviene commozione. Su qualche volto scivola una lacrima ……………
Un solo rammarico: il mal tempo ha impedito che la rappresentazione si svolgesse a Cerro nel cortile Zanardini, un’ambientazione sicuramente più consona e suggestiva. Peccato!
Nuccia Cassarà – Cerro