– “Capiamo subito che il nostro arrivo è vicino. Le foto dei nostri volti sono appese agli alberi. Quello che stiamo per vivere è qualcosa di incredibilmente unico. Le donne del villaggio, vestite a festa, ci fanno salire scalzi uno ad uno su di un gradino. Ci stanno lavando i piedi con il latte in segno di purificazione! Il cuore batte all’impazzata. Ci stanno lavando i piedi!!! Le parole mancano per quanto la semplicità del gesto sia enorme!”. Il diario di viaggio in India di Debora, Gabriele, Francesca, Lucio e Roberto del gruppo “Adozioni a distanza” della parrocchia di san Michele Arcangelo di Bosto è uno scrigno di emozioni, una collana di pietre preziose. E ogni pietra corrisponde a una esperienza comunitaria all’insegna della gratitudine più genuina, quella che viene dal profondo del cuore. Sabato 27 febbraio presso l’oratorio di Bosto per poter gustare appieno queste emozioni e per incrementare il numero delle adozioni a distanza verrà organizzata una serata indiana con filmati, letture sull’incontro con i 250 bambini, sparsi nella diocesi di Vijayawada. Vivono dignitosamente grazie alla generosità di tante famiglie di Bosto e dintorni che pensano a loro Si comincerà alle ore 20 con un aperitivo e con qualche degustazione indiana, poi al via la serata in cui i cinque amici racconteranno il loro viaggio, effettuato nel gennaio scorso, per raggiungere i diversi punti della diocesi in cui sono sparsi i “loro” bambini.
“Davanti a noi un corridoio di bambini e ragazzi! Battono le mani, cantano per noi! – continua la loro descrizione – Inizia una processione verso le piccole aule della piccola scuola. Le loro mani sono legate alle nostre braccia. Il tempo sembra fermarsi di fronte a tutto ciò. Accompagnati da tutto il villaggio, padre Jeeva ci guida verso una piccola scuola e ci fa inaugurare due nuove classi, una intestata alla nostra parrocchia di san Michele”.
Intensa è l’incontro con alcuni dei bambini e ragazzi adottati: “Come gli anatroccoli che seguono la mamma, loro si comportano così con noi. Ridono a più non posso. Decidiamo di mettere le maglie della nazionale italiana che avevamo portato e organizziamo una partita a pallavolo. E’ subito sfida. E’ un’India – Italia a tutti gli effetti. La nostra meritata sconfitta è vicina. Perdiamo, ma è festa!”.
Le considerazioni sulla nostra costante insoddisfazione davanti agli armadi e ai frigo pieni a confronto dell’essenzialità delle loro case, come la gratitudine manifestata per un piccolo dono (“Come può essere possibile sdebitarsi per una caramella ricevuta, cercando di baciare le mani a chi te le sta offrendo?”) emergono da questo vissuto palpitante che evidenzia quanto il donare arricchisca di più del ricevere. I cinque varesini sono tornati a casa con un bagaglio di umanità incommensurabile che trasmetteranno a coloro che parteciperanno alla serata di sabato prossimo.
Federica Lucchini