– “Li accogliamo con la gioia di essere loro amici”. Il saluto di un seminarista, tradotto subito in inglese, ha dato l’avvio ieri alla celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale dei santi Giovanni Battiste e Maurizio a cui per la prima volta hanno partecipato gli otto migranti cristiani del gruppo di trenta ospiti presso la Villa Letizia. Ed è stato un momento festoso prima ancora che iniziasse il rito. “Potrebbero far parte del coro! Hanno belle voci”: è stata l’osservazione di una fedele quando li ha visti entrare. E questa frase è significativa del calore con cui sono stati ricevuti da chi è andato subito a stringere loro la mano. E John, Thompson, Luchy, Happy, Christian, Jeff, Moses, Chioozie, tutti di origine nigeriana, accompagnati dal responsabile della cooperativa Agrisol Marco Rigamonti si sono accomodati nelle prime file a rispondere con un sorriso ai saluti. “La prospettiva luminosa di vedere negli altri la bellezza del nostro Dio” è stata sottolineata dal parroco don Silvio Bellinello, che, sceso dall’altare durante l’omelia, si è rivolto sorridendo a tutti i fedeli, e in particolare ai migranti, invitando a sentirsi in comunione con i nostri fratelli che “arricchiscono la celebrazione con la loro presenza. Siamo qua ad imparare a voler bene a persone di altri luoghi chiamate ad essere qui in questo momento di festa, ad accoglierli non per far loro un piacere, ma perché da cristiani lo sentiamo come un dovere”. Per tre volte Paolo, un ragazzo, dall’altare ha tradotto per loro in inglese alcune frasi significative. E quando c’è stato lo scambio del segno di pace oltre ai chierichetti, scesi dall’altare assieme al seminarista e al sacerdote, tanti fedeli si sono avvicinati festosi a voler dare la mano. “Ringraziamo i nostri fratelli – ha detto don Silvio al termine della messa – ora c’è la possibilità di un incontro di saluto con loro all’esterno delle chiesa”. Non c’è stato bisogno di uscire. Molti sono venuti verso di loro presentandosi. Un gruppo di tre studenti si è avvicinato preparando prima le frasi in inglese e chiedendo verifica sulla loro esattezza agli amici. Anche se il dialogo è stato incerto, la corrente di simpatia con i migranti è subito emersa a testimonianza di quanto la forza dei giovani sappia superare le barriere linguistiche.
Quattro dei richiedenti asilo sono giunti nella nostra zona a metà di settembre, gli altri a scaglioni molto più recentemente. Gli altri ospiti di Villa Letizia sono di origine afgana, pakistana e senegalese.
Federica Lucchini