– Si svolgono oggi (18 febbraio) alle ore 15 nella chiesa di Voltorre le esequie di Leonildo Fumagalli (97 anni). Aveva visto funzionare i forni crematori a Mauthausen. Intervistato, aveva detto a proposito della sua esperienza di partigiano del distaccamento di Voltorre: “Ma chi me l’ha fatto fare? Facevo quattro passi e andavo in Svizzera. Ma a fare che in Svizzera? E sono rimasto qua!”. E il rimanere qua aveva significato vivere sulla propria pelle il campo di sterminio. La sua memoria di quel periodo, rilasciata al Circolo Culturale Anpi di Ispra nel libro “Il fiore meraviglioso7”, era intensa e ricordava la cava, che fu la tomba di molti deportati: “Schnell” Arbeit! Mi portano alla cava. E lì a portare su queste pietre. Chi ce la faceva arrivava in cima, chi non ce la faceva a metà salita cadeva con il blocco che andava giù a gran velocità e chi era dietro faceva una brutta fine. Chi non ce la faceva più, buttava giù il sasso e i tedeschi ti buttavano da un dirupo di settanta metri. Bisognava andarli a prendere e portarli ai forni crematori. Mentre li accatastavi – ricordava – sentivi i gemiti di quelli che magari era già un giorno o due che erano lì. Là – concludeva – se non eri più che efficiente, ti portavano ai forni”. Lui è sopravvissuto, memoria vivente di un’esperienza che aveva tatuata sulla pelle per aver voluto scegliere la libertà.
Federica Lucchini