Si sono seduti attorno ad un tavolo i rappresentanti di cinque comuni, che vedono come capofila Besozzo, per stilare un protocollo di valorizzazione del fiume Bardello.
“Con una doppia valenza strategica – spiega il sindaco Riccardo Del Torchio – in termini di intecomunalità, attraverso il fare rete tra Besozzo, Gavirate, Bardello, Cocquio e Brebbia, interessati tutti al fiume che lambisce o attraversa i nostri paesi, e in termini di sovracomunalità. Infatti i comuni in questo progetto hanno come partner la Provincia e la Regione. Grazie all’impegno concertato tra le segreterie tecniche, abbiamo sviluppato studi che hanno prodotto un elenco di azioni inerenti l’aspetto ambientale, interessato alla sicurezza idraulica e geologica, e alla valorizzazione stessa del fiume, cercando di renderlo fruibile dando vita ai sentieri adiacenti. Il prossimo passo ci vedrà presenti in Regione per portare a casa l’intesa. Quello che intendo sottolineare è il metodo di lavoro, in linea con quanto ci viene richiesto attualmente: non è più tempo di correre da soli, ma di coordinare le azioni per ottenere migliori risultati”. “Abbiamo partecipato attivamente al progetto che riteniamo importante per ridare vita in modo qualificante al corso d’acqua che ha una rilevanza fondamentale dal punto di vista ecologico e paesaggistico per il nostro territorio”, interviene l’assessore Giuseppe Barra del comune di Cocquio Trevisago.
“Come ha detto il sindaco Del Torchio, due sono gli aspetti che vogliamo curare – spiega Domenico Gioia, primo cittadino di Brebbia – la messa in sicurezza perché il pericolo dell’erosione del territorio non è da sottovalutare. In certi punti delle nostre rive sono stati creati argini spondali con sassi ciclopici. Il renderlo fruibile, facendo conoscere angoli paesaggistici molto belli, è un obiettivo che rende un servizio alla comunità. Nel territorio del mio comune ce ne sono di fantastici, che meritano di essere ammirati. Sottolineo la presenza del cotonificio Albini che ha creato un ramo di società di energia pulita costruendo sul Bardello due piccoli centrali idroelettriche, che funzionano sulla portata d’acqua. Ne sono in previsione altre. Si può creare un percorso didattico nella storia (basta ammirare la centrale elettrica Buzzi di Brebbia, risalente al 1890, il mulino Piona) e nella tecnologia volta al futuro”.
Il Bardello è un fiume lungo 7 km che nasce dal lago di Varese, nell’omonimo paese e sfocia nel lago Maggiore.
Federica Lucchini