Anche se non li conosci. Anche se non sai nulla di loro. Anche se gli anni hanno solcato il loro viso e intaccato l’aspetto, c’è qualcosa che rende gli artisti irresistibili, riconoscibili fra tanti, unici. Saranno quegli occhi sempre colmi di vita e brillanti di emozioni creative, saranno le esperienze nel sociale o il desiderio e la necessità di non smettere fino all’ultimo respiro di dare qualcosa agli altri ..
Conobbi Iva a fine Ottobre. Si vedeva che era speciale. Ma non sapevo il perché.
Le parlai spesso in quel mese e mezzo che la vidi.
Anche se ciò che diceva non era sempre possibile, i discorsi erano perfettamente intonati, come se la sua voce fosse servita in passato per dire qualcosa di importante alla folla.
Un quadro in un angolo prendeva forma senza clamore. Si accorse mia figlia,11 Anni (i giovani percepiscono e riconoscono a pelle chi ha dedicato parte della vita a loro) quando la vide con il pastello in mano per dare un tocco di colore ad una riga di emozione. Una riga di neve su montagne di fascino.
Poi il nulla. Non me la sentii di chiedermi il perché. Avevo paura di una risposta. Chi ha più di 90 Anni e all’improvviso scompare senza terminare tra l’altro il suo quadro è meglio non immaginare dove possa essere andato.
Mi voltai e provai a non pensarci. Ma dopo un po’, per caso, trovai un libro fotografico dal titolo: “Iva Pozzana e il film di 4 ragazze nelle Dolomiti.” Lo sfogliò mio papà, grande appassionato di montagna….. “Ma questa è la signora Iva, quella simpatica che parlava sempre con noi”. Così scoprimmo una storia affascinante: un intreccio di amicizia, passione, arte e voglia di tramandarla.
Una storia che comincia in uno degli scenari più belli del mondo: le Dolomiti, per giungere a noi su tele di poesia e passione. Per giungere esattamente a Gemonio portando predominanza di colore rosa della dolomia che brilla al sole dipinto da chi le Dolomiti le ha vissute davvero.
Noi posteri possiamo constatarlo guardando ammirati foto del 1946 che la ritraggono poco più che ventenne, insieme ad altre tre amiche, sorridenti e sognanti, pronte e decise nel vivere un’avventura da esploratrici alpiniste sulle montagne che mio padre ha sempre definito “le montagne più belle del mondo”. Potrete ammirare anche voi queste foto, insieme a molti quadri di Iva raffiguranti le “sue montagne” aprendo la pagina che porta lo stesso titolo del libro “Iva Pozzana e il film di 4 ragazze nelle Dolomiti”.
Ma la sua particolarità, la sua storia, non si ferma qui.
Innamoratasi di Gemonio, vi si trasferì e lì volle tramandare la sua arte con due iniziative lodevoli: aprì una Scuola d’arte per insegnare ai bambini le tecniche della pittura e fondò il “gruppo artistico gemoniese”.
I personaggi come Iva non devono passare inosservati in vita e non devono essere dimenticati quando il loro tempo tra noi è terminato. Perché il tempo lo crea la persona.
Una donna come lei non ha tempo.
Lascia il suo sguardo nei dipinti, le sue volontà in ciò che ha creato e il suo esempio in ciò che ha vissuto.
Personaggi come Iva hanno in mano il tempo anche quando si assottiglia quella invisibile barriera, avvicinando l’anima a chi è già salito la montagna più alta.
Intanto piano piano il mondo si sfuoca e le alture abbracciano lo spirito, come una madre, come sua madre, a cui Iva era molto legata e a cui ora è ricongiunta.
Sssss (silenzio)
Cunt ur so didin ra me tusa
la ma fa capì ca l’era un mument de puesia
D’innanz a mi ‘na stanza piscinina
e ‘na tela culurada la impieniva la vista de magia
..l’era lè…. Cunt un pastell dava un ciinin de culur
ai so muntagn cunt amur
“Oh ma che bell”
ga disi cunt un suris
un grassie dü parol e sem diventà amiis.
La ma parlava di so muntagn dei so gent
La so furtüna, ra so mama…
Gh’era un quei coos in di so öcc
Un quei coos che sbarlüsiva
E ur so nom l’era Iva.
La me tusa la vureva imparà
Da lè a disegnà
Sevan già metüü d’acordi..
‘Na matina dopu che l’ha savü chi a l’era e cosa la faseva
L’ha ciapà in man anca lè un pastell
E l’ha pruà a disegnà un minin
Ca l’è vegnü anca bell
Par mi la Iva dal ciel la g’ha dai ‘na man
Come cunt i so fiö par tanti ann.
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Ssss silenzio….
Con il suo ditino mia figlia
Mi ha fatto intendere che quello era un momento di poesia
Davanti a me in una piccola stanza
Una tela colorata riempiva la vista di magia
… era lei…
con un pastello dava un pochino di colore
alle sue montagne con amore
“Ma che bello”
le dico con un sorriso
un “grazie” due parole e siamo diventate amiche.
Mi parlava delle sue montagne, della sua famiglia,
di quanto fosse fortunata .. di sua madre..
c’era qualcosa di luccicante nei suoi occhi
e il suo nome era Iva.
Mia figlia voleva imparare a disegnare da lei
Si erano già messe d’accordo
La mattina dopo che ha saputo chi era e cosa faceva
Ha preso in mano anche lei un pastello
E ha provato a disegnare un gattino che era proprio bello
Per me Iva dal cielo le ha dato una mano
Come ha fatto con i suoi bambini
Per tanti anni.
Diana Ceriani
In ricordo di Iva Pozzana