Una voce fresca, colta, con parole senza tempo, attenta al momento epocale dell’emigrazione di questi tempi ci viene da una classe dall’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Edith Stein”, “dove – afferma la dirigente Francesca Maria Franz – l’intercultura è pratica quotidiana e condivisa da tutti semplicemente perché ci crediamo”. Vanno alla radice della nostra identità di italiani e di europei e ci conducono alla riflessione sulla nostra essenza di persone le pagine del libro, fresco di stampa, “Enea, fato profugus, e i migranti di oggi”, frutto di un’attività di approfondimento svolta dalla classe 4^C liceo scientifico nello scorso anno scolastico, curata dai professori Luciano Zatta e Paola Carruggi. Ci presentano, con la vivacità intellettuale di ragazzi motivati, i primi tre canti dell’Eneide, dedicando particolare cura alla cultura romana e ci offrono un incontro con tre testimoni che per diversi motivi hanno dovuto lasciare il proprio Paese. “Guardare al dramma contemporaneo delle migrazioni attraverso vicende di persone e non solo in termini di numeri o statistiche può forse modificare il punto di vista sull’intero fenomeno, permettere di coglierne meglio la complessità, ridurre le paure”, nota la docente di inglese Carruggi. “Rivisitare il passato con gli occhi del presente (perla di saggezza!), nel tentativo di trovare risposte ai pressanti interrogativi che ci pone la morte di tanti esseri umani”, sottolinea Francesca Franz, è stata la finalità di questo lavoro che non si è limitato alla sola latinità, incentrando l’interesse sul vagare di un profugo nel “mare nostrum” alla ricerca di una nuova patria, ma ha spaziato anche nell’ambito della lingua e della cultura inglese. Grazie all’interessamento della docente di italiano Cecilia Daverio è stata favorita la comunicazione tra gli alunni e Alì, iraniano, laureato in marketing, giunto in Italia “perché il mio pensiero è diverso da quello diffuso in Iran e per me è diventato difficile viverci”; Sezgin, ingegnere turco, in Italia al seguito della moglie, e che ama la nostra natura e il contatto con la terra che gli forniscono energie positive; Trinh, vietnamita, che pensava l’Italia terra di persone con cui parlare ed essere ascoltata. La preziosità di questo libro sta anche nella ricchezza di immagini che presentano un excursus ricercato, e nelle osservazioni a cui ha condotto Luciano Zatta nell’evidenziare come già all’epoca romana l’identità fosse frutto di mescolanza e integrazione. Illuminante la frase di Seneca: “Chi è stato indotto ad emigrare da un motivo, chi da un altro: è chiaro, in ogni caso, che nulla è rimasto nello stesso luogo in cui è nato. Incessante è l’andirivieni del genere umano; ogni giorno c’è qualche cambiamento in un mondo così grande: vengono gettate nuove fondamenta di città, nuove genti hanno inizio, con l’estinguersi delle precedenti o il loro andare ad aggiungersi ad altre più potenti. Ma tutti codesti spostamenti di popoli, che altro non sono se non esilii pubblici?”
Gli alunni che hanno realizzato i capitoli: Cristina Bochicchio, Benedetta Cavazzin, Luca Dal Santo, Luca Ripiciuc, Celeste Amabile, Arianna Bertoni, Dario Calgarotto, Gianluca Pinton, Vincenzo D’Alessio, Marta Ferrario, Nicola Polita, Diego Solinas, Davide Cammarota, Giacomo Maretti Muscogiuri, Pietro Rodolfo Masera, Matilde Reni, Jacopo Bulgeroni, Martina Di Foggia, Arianna Manzalini, Chiara Stuplich, Tommaso Conchedda, Ilaria Parola, Giacomo Rizzotto, Paolo Vergottini.
Federica Lucchini