Matteo Pizzolante, 26 anni, lavenese, è tra i vincitori dell’edizione 2015 del “Contest On the Move” per la Fondazione Pubblicità Progresso che ha visto la partecipazione di 940 studenti con 203 elaborati.
Il tema da sviluppare per la campagna “Io non me la bevo” riguardava come fare diventare la sostenibilità una scelta che cambia i comportamenti quotidiani attraverso messaggi positivi in grado di stimolare non solo il cambiamento culturale, ma anche stili di vita e di consumo. In altre parole proporre idee interessanti per ridurre lo spreco alimentare, per utilizzare le risorse in modo efficiente e inventare nuove modalità di riuso e riciclo dei prodotti. Matteo, assieme ad altri quattordici partecipanti, è stato premito in occasione della XI Conferenza Internazionale della Comunicazione Sociale lo scorso 23 novembre presso l’Aula Magna dell’Università Iulm di Milano.
Ingegnere, iscritto al Biennio di Scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, ha partecipato a diverse collettive in Italia e con nuove sperimentazioni rivolge la sua attenzione all’ambivalenza tra naturalità e artificiosità. E’ interessante seguirlo nel suo percorso che ha come radice l’illustrazione fumettistica, con il suo tratto continuo, in particolare quella di Moebius dall’ambientazione futuristica. A quei ciuffi d’erba così ben definiti, simili a tentacoli, si è ispirato per creare tre opere “Silicone landscape”, dove in quel sasso sospeso trattenuto da questi tentacoli in silicone c’è l’idea della mancanza di gravità, in un’ambientazione rarefatta.
Tutto è natura, vivo, ma reso artificiale, freddo, dal silicone, per evidenziare un aspetto fortemente contemporaneo. C’è poi nell’opera “Principium”, realizzata in gesso, rivestito all’interno con una foglia d’oro, il tentativo riuscito di unire la modellazione digitale con la scultura tradizionale: quel flusso di spermatozoi, modellati al computer e stampato su acetato trasparente è un’eredità dell’ingegnere. Particolare è “Helius” dove un palloncino che vola, realizzato in gesso, si rivela un feto. E’ una scultura sonora: in sottofondo una traccia audio riproduce “Lacrimosa”, tratta dalla Messa di Requiem di Mozart. La prima parte vocale appare però distorta, come se i componenti del coro avessero aspirato gas elio, prima di seguire l’aria. La ricerca continua di Matteo è affascinante, sorprendente e ha l’energia e la freschezza dei giovani.
Federica Lucchini